Un atto di forza. Oggi su tutti i media Coldiretti Alessandria ha lanciato un segnale importante, una lettera aperta a istituzioni e attori corresponsabili, per puntare l’attenzione su di un problema che coinvolge non “solo” il mondo agricolo ma l’intera società.
Il problema si chiama fauna selvatica e da sei mesi la preoccupazione si può riassumere in tre lettere: PSA, ossia Peste Suina Africana, dove anche nel nome c’è già qualcosa di sbagliato perchè “la peste è dei cinghiali e non dei suini”.
Una decisione alla quale Coldiretti Alessandria è arrivata perché servono risposte concrete, per dire basta con le promesse mancate e le passerelle, il confronto sull’emergenza cinghiali deve essere immediato.
“E’ sfuggito tutto di mano, il numero dei cinghiali che scorrazzano sul territorio cresce mentre le stalle dei nostri allevatori sono vuote, costretti ad abbattere e distruggere centinaia di capi di suini sani. L’immobilismo delle istituzioni non è più sopportabile, il mondo agricolo non si sente considerato. Nonostante le tante denunce ed iniziative messe in campo da Coldiretti non ci sono risposte concrete, solo immobilismo da parte delle istituzioni. Serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato e capillare di contenimento della popolazione dei cinghiali lungo tutto il territorio” chiede il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco nel sottolineare “la necessità della loro riduzione numerica attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette”.
L’invasione di città e campagne da parte dei cinghiali viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero secondo il sondaggio Coldiretti/Ixè.
“Non c’è consapevolezza del momento drammatico che stanno vivendo gli allevatori con compensi riconosciuti che sono inferiori ai costi sostenuti per gli aumenti energetiche, dell’alimentazione degli animali e delle speculazioni contro le quali chiediamo l’intervento delle autorità competenti per contrastare le pratiche sleali – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. La situazione è diventata insostenibile con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale. Sul territorio piemontese, a causa dei cinghiali sono già stati persi qualcosa come 80 mila ettari che, se fossero tutti coltivati a frumento tenero, corrisponderebbero a 600 milioni di kg di pane non prodotto”.
In Piemonte, ad oggi, dopo sei mesi dal primo caso di PSA e oltre tre dalla firma dell’ordinanza regionale che aveva dato il via libera a contenuti innovativi e misure straordinarie, sono stati abbattuti solo poco più di 2.000 cinghiali quando l’obiettivo è quello di arrivare almeno a 50 mila.
Alla luce di questa situazione Coldiretti Alessandria chiede azioni immediate e concrete per un effettivo depopolamento della specie cinghiale, perché la sopravvivenza del mondo agricolo, la sicurezza alimentare, l’incolumità pubblica e la tutela dell’ecosistema, sono condizioni imprescindibili che spettano, di diritto, ad ogni cittadino.
“Il senso di questa azione mediatica forte è per individuare le necessarie soluzioni ad una problematica che sta concretamente mettendo a rischio il mondo agricolo, l’ecosistema e la nostra economia”, ha concluso il Presidente Mauro Bianco.
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