CASALE (f.b.) – Non c’erano tutti…ma quasi, sicuramente in tanti. All’invito lanciato dall’Amministrazione comunale, i commercianti casalesi, abbassate le saracinesche durante la pausa pomeridiana, si sono presentati (con spirito battagliero, ma disposti a dialogare) nella Sala del Consiglio che Palazzo San Giorgio ha aperto, martedì 24 febbraio dalle ore 14, perché le due parti contrapposte si confrontassero dopo la “tempestosa” serata delle delibere che allargano le aree a destinazione commerciale. Il sindaco, dopo aver presentato le scuse (proprie e della sua Giunta, schierata quasi al completo al tavolo della discussione) per la mancata convocazione della categoria prima di assumere le decisioni trasformate in delibere, ha garantito che non c’è alcun progetto in atto di aprire le aree “incriminate” alla grande distribuzione e che “non ci sono contatti, di nessun tipo, con società potenzialmente interessate ad insediamenti”. E se frulla l’idea all’amministrazione di aprire sbocchi soprattutto nelle zone periferiche (Oltreponte ad esempio) per non penalizzare i cittadini che proprio da quelle aree chiedono maggiori attenzioni, i commercianti rispondono che “non è aprendo altri centri, che si riqualifica la città, e si finisce per penalizzare ancor di più il centro storico che sta pesantemente soffrendo la crisi economica”. Non fanno breccia (nel cuore e nell’animo) dei commercianti nemmeno le parole dell’assessore Carmi che prova a convincere la controparte sul concetto “del grande obiettivo che rappresenta l’incontro odierno: serve a chiarirsi dopo le recenti incomprensioni” e che “va bene rimettersi in discussione”. Ed inoltre “Non si può proprio dire – è la difesa di Carmi – che questa Amministrazione non ascolta la città”. Ed in questo senso “stiamo cercando – precisa il sindaco – di recuperare le aree perdute, per ridare alla città un valore che si sta perdendo”. Ma dall’altra parte l’accoglienza di promesse e proposte arriva tiepida e lontana dalle aspettative, “Noi le nostre opinioni nel merito non le cambiamo – insistono i commercianti – non è una difesa della categoria, sia ben chiaro! Noi vogliamo difendere la città ed il suo territorio”. Ed arriva la spiegazione, “Se aprono 30 negozi di cittadini casalesi, ben vengano, perché tutta l’economia che gira intorno a loro, resta a Casale e alla gente di Casale. Ma ampliare piccole superfici, diventa estremamente dannoso”. Per i commercianti casalesi “la rinascita della città deve essere indirizzata non sul terziario, ma sull’industria, che può rappresentare un veicolo trainante per la ripresa economica. Perché non si può portare servizi, dove non c’è bisogno né richiesta di servizi!” Sul fronte della riqualificazione della città l’Amministrazione sta lavorando “su un grande pacchetto per il turismo relativo a Expo dove il Comune dispone di ampi spazi espositivi nei quali – è l’invito del sindaco alla categoria – dovete essere i protagonisti”. Intanto il tempo si porta via la disponibilità dei commercianti per i quali arriva il momento di rialzare le saracinesche dei negozi, l’incontro non ha dato (forse) le risposte che la categoria si aspettava, la soluzione del problema in discussione è rimandata più in là, “fra due-tre mesi – dice il sindaco – quando la ditta Sotreco (società di consulenza, di ricerca, di formazione e di servizi nell’ambito del settore della distribuzione commerciale per imprese private ed Enti pubblici) avrà concluso il lavoro di indagine sul territorio cittadino”. Si conclude così un incontro che non ha spostato, né tantomeno ravvicinato, le parti che si contrappongono: nessuna promessa dall’amministrazione, nessuna risposta per le richieste dei commercianti. Se non il rinvio a tempi più lontani.
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