CASALE – Il Piano Nazionale Amianto, varato dal Governo Monti il 21 marzo, è stato presentato ufficialmente a Casale lunedì scorso, mentre il 3 giugno a Torino verrà letta la sentenza d’Appello del Processo Eternit. “A Casale perché qui la sofferenza è più grande e la battaglia è più antica – ha spiegato il ministro Renato Balduzzi – e perché senza l’impegno delle istituzioni locali, del territorio, del mondo scientifico, dell’associazionismo non saremmo qui”. Il PNA è il punto di arrivo di un lavoro intenso che ha coinvolto tre ministeri (Sanità, Ambiente e Lavoro) con i loro uffici ed ha tentato di mettere ordine nelle questioni legate alle bonifiche, di migliorare la conoscenza epidemiologica, la qualità di valutazione del rischio e la sorveglianza sanitaria, la conoscenza della suscettibilità individuale alle diverse patologie asbesto correlate e le capacità di diagnosi precoce. Il varo definitivo del PNA è previsto tra la fine di aprile e inizio maggio in una delle due camere del Parlamento. Anche in quella circostanza, ha detto il ministro, Casale dovrà essere presente attraverso una rappresentanza delle sue Istituzioni e Associazioni. È stata una mattinata intensa, per il numero degli intervenuti, per i temi trattati e per la forte emozione suscitata dalla notizia che domenica sera l’amianto si era portata via l’ennesima vittima, una giovane sposa di 36 anni. Coordinati da Giuseppe Ruocco, Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, a illustrare il Piano sono intervenuti i dirigenti dei ministeri interessati: per la Sanità Fabrizio Oleari, capo del Dipartimento, (che presto andrà a ricoprire il ruolo di presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, subentrando a Enrico Garaci, pure lui intervenuto con la dott.ssa Loredana Musmeci. Per l’Ambiente ha parlato Marco Giangrasso e per L’INAIL il presidente Massimo De Felice. Per le Regioni è intervenuto l’assessore alla Sanità della Regione Veneto Luca Coletto, coordinatore della Sanità delle Regioni, seguito da Ugo Cavallera assessore alla Sanità del Piemonte. Ad arricchire il quadro sono intervenuti il Procuratore della Repubblica di Torino Raffaele Guariniello, il Coordinatore della Vertenza Amianto Bruno Pesce, Nicola Pondrano, presidente del Comitato amministratore del Fondo Vittime amianto presso l’Inail, Daniela Degiovanni, responsabile dell’Hospice, Federica Grosso, dirigente medico Oncologia ASO Alessandria, gli epidemiologi Corrado Magnani e Benedetto Terracini, e l’esperto del Ministero Silvio Garattini.
In apertura avevano portato il loro saluto il Vescovo di Casale mons. Alceste Catella tramite il vicario Generale mons. Antonio Gennaro e il Sindaco di Casale Giorgio Demezzi. Il sindaco ha colto l’occasione per manifestare la sua preoccupazione per le difficoltà ad ottenere i fondi per le bonifiche. Cavallera ha quindi informato che la Regione Piemonte “ha interessato il Comando generale della Guardia di Finanza affinché, nell’ambito della ricerca dei cespiti aggredibili per le provvisionali immediatamente esecutive, vengano condotti accertamenti anche all’estero”. Ed ha dichiarato la “disponibilità della Regione a un dialogo continuo con le associazioni, affinché si utilizzino nel modo migliore le risorse per la ricerca”. Notizie non buone dal lato della situazione dell’inquinamento ambientale. Sono censiti 34mila siti, ma sono dati molto parziali: mancano quelli relativi a Calabria e Sicilia e sono inattendibili (udite, udite!!!) quelli del Piemonte. Dov’è finita la “gloriosa amministrazione sabauda”? Pondrano ha sottolineato che in Piemonte non sono stati identificati siti a rischio elevato! Al contrario ben 14mila sono censiti nelle sole Marche. È evidente che questi dati sono incompatibili. Altro problema: le discariche. Se n’è parlato a lungo. Per fare le bonifiche bisogna avere dei luoghi dove mettere il materiale rimosso e soprattutto sarebbe bene trovare il modo per renderlo innocuo senza scavare continuamente dei buchi per sotterrare rifiuti indistruttibili. Sul fronte degli indennizzi è stato ripetuto che è urgente fare giustizia equiparando i diritti degli ex lavoratori con gli altri cittadini che si ammalano di mesotelioma. Infine il tema più urgente e delicato: la cura. È stato annunciato che è stata costituita una «rete» di 12 centri su cui si concentra la miglior specializzazione in diagnosi, cura e sperimentazione di nuovi protocolli terapeutici. Uno di questi è il polo ospedaliero Alessandria-Casale, con una unità funzionale che attende solo il via libera, atteso entro fine aprile. Presto si potranno applicare anche qui nuovi protocolli sperimentali. La giornalista Silvana Mossano era stata invitata a portare le osservazioni dal punto di vista dei cittadini. Lo ha fatto con grande sensibilità e concretezza: il piano c’è, bisogna farlo funzionare chiamando a compiere il loro dovere con alacrità tutti gli attori, ognuno nel proprio ruolo, coordinandosi tra loro ed utilizzando correttamente le risorse; si faccia una normativa stringente per obbligare i privati a fare le bonifiche; soprattutto si incrementi la ricerca scientifica in modo da smentire le fosche previsioni del numero di vittime che ancora sono “attese”. Infine Guariniello: “Purtroppo siamo in un Paese in cui i processi penali in materia di amianto proprio non si fanno”. Così non va. Troppo pochi tribunali in Italia si occupano di amianto, di inquinamento ambientale e perfino di sicurezza sul lavoro. Per questo, insiste ormai da tempo, ci vuole una Procura nazionale specializzata su questi temi. Ma il Ministero della Giustizia pare proprio non voler sentire questa musica. E si perpetua l’ingiustizia per cui in alcune regioni certi reati non vengono perseguiti e si diffonde una prassi imprenditoriale di impunibilità e illegalità, e un senso di “giustizia negata” da parte delle vittime. Questo meccanismo perverso potrebbe colpire presto anche gli sviluppi del Processo Eternit. “Se Cavagnolo uscirà dalla giurisdizione di Torino e passerà sotto la Procura di Ivrea – ha concluso Guariniello – con pochi magistrati, un processo ulteriore sull’Eternit Cavagnolo, Bagnoli, Casale e Reggio se lo sognano…”.