ORE 15.28: Sentenza confermata ma non in toto per i due maggiori imputati al processo Eternit. Come previsto è stato disposto il non luogo a procedere per il barone De Cartier, per morte dell’imputato, e con lui s’è estinto anche il reato e la responsabilità civile di Etex. Assolti per i reati più vecchi entrambi gli imputati, mentre sono state riconosciute le vittime di Bagnoli (Napoli), escluse dal primo grado.
ORE 14.19: C’è movimento in aula, segno che manca poco prima che la terza sezione penale della Corte d’Appello, rientri per leggere il dispositivo della sentenza. Carabinieri, cancellieri e tecnici di assistenza all’aula sono già schierati, così come i difensori di parte civile. Ancora assenti dall’aula la difesa degli imputati e la Pubblica accusa.
ORE 13.13: C’è tensione e attesa per quella che sarà la decisione della Terza sezione penale della Corte d’Appello di Torino, chiamata a decidere sulla sentenza di Primo grado emessa dal tribunale del capoluogo piemontese, che condannò a 16 anni di reclusione gli ultimi due proprietari dell’Eternit, il barone De Cartier e lo svizzero Schmidheiny. Questa mattina, dopo la testimonianza del perito della Corte sulla veridicità del certificato di morte del barone belga, il presidente Oggè ha sospeso l’udienza per ritirarsi in camera di consiglio. Tra circa due ore, intorno alle 15, sarà letto il dispositivo della sentenza. La Procura ha richiesto l’aggravamento della condanna emessa in primo grado, chiedendo 20 anni di reclusione per lo svizzero, e il non luogo a procedere per il barone belga per “morte del reo”. La difesa Schmidheiny ha chiesto l’assoluzione con formula piena.
ORE 10.01: “Non c’è assolutamente un sentimento di vendetta”. E’ il pensiero di Romana Blasotti Pavesi, ancora una volta in prima linea durante l’appello alla sentenza Eternit. “Io dico solo le cose che penso, anche urlando, ma senza mai maledire nessuno. La lotta non è finita, lasciamo questa tristezza e la rabbia dentro di noi, ma lasciamo che chi ha lavorato alla nostra causa faccia il proprio lavoro”. Il ricordo poi è andato a Paola Chiabrera, 36 anni, l’ultima vittima del mesotelioma pleurico. “Noi oggi siamo venuti con al collo un distintivo in ricordo di Paola. Lei rappresenta tutti quei cittadini che si sono ammalati dopo la chiusura della fabbrica. Noi oggi siamo qui per lei e per tutti le vittime che ancora non vengono riconosciute”. “Il nostro deve essere un esempio per le nuove generazioni, per chi vuole combattere contro chi continua ad inquinare. Non solo l’Eternit ma anche, ad esempio, Taranto”.
ORE: 9.30: Conclusa l’ultima udienza del dibattimento, si affollano i giornalisti nazionali ed internazionali intorno al procuratore Guariniello ed ai familiari delle vittime. “Speriamo in una conferma del sogno di giustizia – ha detto Guariniello – se ci sarà un’eventuale riduzione della pena? L’importante non è l’entità della pena ma il riconoscimento della responsabilità penale”. E alle parole del magistrato torinese fanno eco quelle del pm titolare dell’inchiesta, la dottoressa Sara Panelli. “Affrontiamo questo processo dopo un lungo lavoro svolto insieme ai familiari delle vittime. Il loro contributo e la loro speranza ci hanno portati all’udienza di oggi”.
ORE 09.23: La Corte sentite le richieste delle parti ha sospeso l’udienza rinviando la lettura del dispositivo intorno alle 15.
ORE 09.18: Fa il suo ingresso in aula la terza sezione penale della Corte d’Appello di Torino, presieduta dal presidente Alberto Oggè. L’ultimo atto della fase dibattimentale si è concluso con la testimonianza del perito del Tribunale che ha riferito in ordine alla veridicità del certificato di morte del barone De Cartier. Dopo l’escussione l’avvocato difensore del barone belga, l’avv. Zaccone, ha richiesto alla Corte di emettere una dichiarazione di non luogo a procedere. Richiesta alla quale si è associato anche il procuratore Guariniello che, a seguito dell’estinzione del reato per la “morte del reo”.
ORE 09.10: Il Pm Raffaele Guariniello, con il pm Sara Panelli, hanno fatto ingresso in aula, in attesa che venisse aperta l’ultima parte del dibattimento. Già presenti nella maxi aula 1 del Palazzo di Giustizia di Torino, gli avvocati difensori di Schmidheiny e del barone De Cartier, i magistrati inquirenti e i difensori delle parti civili. Tra i primi anche il sindaco di Casale Giorgio Demezzi, oltre ai moltissimi membri accreditati della stampa nazionale ed internazionale. Nei loggioni riservati al pubblico anche i familiari delle vittime ed i membri dell’associazione Afeva.
Dario Calemme/Christian Pravatà – inviati a Torino