Molteplici i commenti che hanno fatto seguito alla sentenza pronunciata poco le ore 21 dalla Suprema Corte dopo appena due ore di camera di consiglio.
«Sono sconvolta, dispiaciuta e amareggiata. Ho bisogno di qualche ora per capire come reagire, preferisco aspettare domani prima di aggiungere altro». Queste le parole di Titti Palazzetti, sindaco di Casale Monferrato, che ha anche affermato: «Domani mattina – aggiunge – riunirò la Giunta Comunale per decidere che cosa fare».
«La Cassazione ha dichiarato prescritto il reato della multinazionale della morte Eternit. È un momento tristissimo» ha scritto Rita Rossa, Presidente della Provincia di Alessandria, attraverso il suo profilo Facebook. «Sono vicina ai familiari delle migliaia di vittime – aggiunge -. I morti non si prescrivono».
Sorpresa e disappunto vengono espressi anche dal Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. «Non può che destare profonda indignazione – afferma il Governatore piemntese – il fatto che migliaia e migliaia di persone e famiglie siano private del riconoscimento dei danni e delle responsabilità per ragioni che sono poco più che cavilli burocratici».
«Questo non è il momento della delusione, ma della ripresa. Noi non demordiamo». Nella giornata forse più difficile nella lunga vicenda Eternit il pm Raffaele Guariniello non arretra di un centimetro. «Non bisogna demordere. Non è una assoluzione. Il reato c’è. E adesso possiamo aprire il capitolo degli omicidi» afferma il magistrato che in primo grado e in appello aveva ottenuto la condanna del magnate svizzero Stephan Schmidheiny. «La Cassazione – ha aggiunto – non si è pronunciata per l’assoluzione. Il reato evidentemente è stato commesso, ed è stato commesso con dolo. Abbiamo quindi spazio per proseguire il nostro procedimento, che abbiamo aperto mesi fa, in cui ipotizziamo l’omicidio».
Decisamente negativo il commento dell’avvocato generale dell’Inail Giuseppe Vella: «Per l’Inail i costi per le sole prestazioni ai lavoratori colpiti dalle patologie provocate dall’amianto sono costate 280 milioni di euro che non si recupereranno più perché il verdetto della Cassazione ha demolito in radice questo processo».
A farsi portavoce dei molti famigliari delle vittime dell’amianto è stato Bruno Pesce: «Siamo allibiti, non ce lo aspettavamo. Questa sentenza ci dice che non è possibile giudicare un disastro provocato dall’amianto perché è passato troppo tempo e il reato è prescritto. Ma dimentica che l’amianto è una bomba a orologeria a lungo periodo: non è possibile che coloro che l’hanno innescata siano trattati come dei gran signori. Per quanto ci sforziamo, continuiamo a ritenere incomprensibile questa decisione».
Se l’on. Cristina Bargero descrive il suo stato d’animo come «Un misto tra sconcerto, rabbia e impotenza», il collega Fabio Lavagno si chiede: «Come è possibile che alla fine del processo Eternit cada la prescrizione sulle sofferenze delle vittime, sul dolore dei famigliari, sulla la fatica e il valore della lotta all’amianto?». «Le sentenze si rispettano – continua Lavagno – non è detto che si comprendano, pertanto ci limitiamo a considerare che si è perfettamente dato ragione al principio del PG Iacoviello secondo cui giustizia e diritto non coincidono. Per chi crede nella difesa di leggi e istituzioni, da oggi sarà ancora più difficile la propria azione. Occorre essere estremamente vicini alla costernazione dei famigliari, delle associazioni e di tutti i cittadini che hanno creduto sino all’ultimo in questa battaglia processuale».