Ammessa la costituzione di tutte le parti civili: le famiglie delle persone morte a causa del mesotelioma ma anche una ventina tra enti, comuni e associazioni. Lo ha deciso il gup Fabrizio Filice durante la prima udienza preliminare del maxi processo Eternit-bis svoltasi martedì mattina al tribunale di Vercelli. Il giudice ha rigettato le obiezioni della difesa di Stephan Schmidheiny che contestava l’anomala presenza di tante associazioni costituitesi parte civile.
Entro la fine della prossima settimana, Filice dovrà decidere sul rinvio a giudizio del magnate svizzero, accusato di omicidio per la morte di 392 persone. La richiesta dei pm Roberto Brera, Francesco Alvino e Gianfranco Colace (magistrato torinese distaccato per seguire il processo a Vercelli) è quella di omicidio volontario.
Se il gup accogliesse la loro istanza, allora il processo verrebbe trasferito a Novara per essere celebrato davanti alla Corte d’Assise. Se invece il giudice dovesse decidere di riqualificare il reato in omicidio colposo, allora la sede sarebbe Vercelli, con discussione davanti al giudice monocratico.
Intanto, nell’arco di una settimana, ci saranno altre tre udienze: nella prima, questa mattina, venerdì 17 gennaio, l’accusa spiegherà i motivi per cui l’imputato dovrà essere processato in Corte d’Assise per l’omicidio volontario di 392 casalesi, morti a causa dell’amianto. Interverranno poi gli avvocati di parte civile. Lunedì 20, invece, parleranno i legali della difesa che esporranno i motivi per cui Schmidheiny deve essere prosciolto. Venerdì 24, infine, dovrebbe arrivare la decisione del gup Filice. Il processo preliminare che si tiene al palazzo di giustizia di Vercelli appartiene al secondo filone del procedimento iniziato a Torino. Il primo maxi processo Eternit è iniziato il 6 aprile 2009. Dopo la condanna di Schmidheiny a 16 anni in primo grado nel 2012, diventati 18 in appello, nel 2014 la Cassazione ha annullato senza rinvio, dichiarando prescritto il reato, la condanna per il magnate svizzero. L’aggiunta successiva di ulteriori casi di morti, attribuibili secondo i magistrati all’azienda, ha fatto riaprire il filone con il processo Eternit-bis che ha preso il via nel maggio 2015. Il processo è arrivato a Vercelli perché in sede di udienza preliminare, svoltasi a Torino, era stata decisa la riqualificazione del reato ai danni Schmidheiny. L’accusa era passata da omicidio volontario ad omicidio colposo nel novembre 2016. Così il fascicolo, aperto a Torino riunendo tutti i casi delle città italiane interessate, è stato spezzettato, con l’invio degli atti giudiziari ai tribunali di competenza: che per Casale è quello di Vercelli.
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