CASALE – A 60 anni dal Trattato di Roma “Cantiere Speranza” ha dedicato, dopo l’incontro dello scorso anno con Maria Romana De Gasperi, ben due eventi a questa ricorrenza: il Concerto di Capodanno del Coro della Cattedrale diretto da Anna Maria Figazzolo e un incontro tenacemente perseguito fin dall’ inizio dell’ anno ed oggi finalmente realizzabile con l’ex Presidente del Consiglio on. Enrico Letta, Rettore a Parigi dell’Istituto di Affari Internazionali. Il prof. Letta, già professore alla Scuola Sant’Anna di Pisa, ha abbandonato la politica nazionale per dedicarsi alla causa europea divenendo presidente della Fondazione Jacques Delors e sarà presenta a Casale venerdì 9 giugno alle ore 17,30 presso la Biblioteca del Seminario per una Lectio magistralis avente per argomento “Europa: sfide ed opportunità”.
Proprio due anni fa, il 9 giugno 2015, aveva presentato le sue irrevocabili dimissioni da parlamentare rinunciando alla pensione.
Il professor Letta, oltreché prestigioso docente in Francia, è anche segretario generale di Arel – Agenzia di ricerca e legislazione – fondata da Beniamino Andreatta, una delle poche realtà in Italia che si occupa di alta formazione alla politica e all’economia. In questi giorni è uscito in Italia e a breve uscirà in Francia ed in Spagna, il libro dialogo di Enrico Letta: “Contro venti e maree, idee sull’Europa e l’Italia” come riflessione a tutto campo sui destini europei dell’Italia.
Nelle riflessioni di Letta esposte in forma di dialogo con un giornalista del giornale francese “La Croix” viene criticamente analizzata la marea montante dei populismi dovuta all’assenza di veri progetti europei per il futuro, alla disoccupazione giovanile crescente e all’incapacità dell’ Europa di affrontare la sfida del cambiamento con gravi errori di comunicazione ed immagine dei vertici CEE.
Non bastano, anche se sono buone realtà con cui confrontarsi, i valori cosmopoliti degli Studenti Erasmus, i bassi prezzi dei voli charter e i corsi di scuola e università aperte a tutti. Oggi l’Europa rischia di essere vista dai popoli come la “peste” dei Promessi Sposi e, perciò, causa di mali che con essa non hanno nulla a che fare.
Per Letta, poi, non solo tante colpe a lei attribuite non sono dell’Europa, ma la cura dei mali della società italiana è quella di avere più Europa. Tutto infatti nella geopolitica è diventato grande, addirittura colossale (Cina, India, Usa, Urss ecc…) e il nostro Paese senza Europa rischia di divenire una “espressione geografica”.
Dare la colpa all’Europa è dunque per Letta una luogo comune che serve a nascondere le grandi responsabilità di classi dirigenti che pensano con dazi economici e culturali di fermare la grande marea, questa sì inarrestabile della mondializzazione. Occorre andare controcorrente, smettere di cercare alibi e dare la colpa al destino cinico e baro nascondendo i veri problemi e le vere responsabilità del nostro immobilismo nazionale.
I sessant’anni dal Trattato di Roma devono essere non una celebrazione, ma un nuovo inizio.
La vecchia retorica europeista non è in grado di confrontarsi con la rabbia dei giovani europei ingannati da adulti inerti e privi di senso della storia.
La locomotiva europea può ripartire se Germania, Francia, Italia e tutti i paesi fondatori non lasceranno sfociare il sogno europeo in un destino burocratico, ma raddoppieranno la posta.
Serve una grande battaglia culturale per una nuova vera integrazione. Servono, altresì, progetti caldi e “popolari”. Occorre un estensione per esempio del progetto Erasmus che coinvolga gli studenti delle scuole superiori e occorrono progetti che sostengano su nuove basi energetiche e produttive gli impianti industriali europei.
Letta che è stato Presidente del Consiglio nel 2013/2014 e che ha poi rifiutato di fare il “professionista della politica” tornando privato cittadino considera centrale nel futuro dell’ Europa la scuola ed il lavoro e chiede ad un ‘Italia divenuta erede del sogno di De Gasperi e di Spinelli di essere in prima fila come protagonista della costruzione di una nuova Unione.
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