CASALE – Un sindaco, un insegnante, un credente fervente, un uomo che ha amato profondamente la sua famiglia, il suo lavoro, la sua città. Riccardo Coppo, scomparso lunedì mattina a 69 anni a seguito di una grave malattia, è stato Primo Cittadino di Casale per tre mandati.
Una persona speciale, ben voluta da tutti, apprezzata per la coerenza e la dedizione nel suo impegno di amministratore locale.
«È stato un dono grande per la città, per la Chiesa, per la comunità casalese» ha detto il Vescovo Mons. Alceste Catella all’inizio delle esequie celebrate ieri in una Cattedrale di Sant’Evasio gremita di amici, sindaci del territorio, colleghi insegnanti, uomini politici di ieri e di oggi, rappresentanti delle associazioni di categoria, sindacati, volontariato. Presenti anche il Prefetto Tafuri, l’ex ministro Balduzzi ora consigliere del del CSM, il Sindaco Palazzetti con alcuni assessori della Giunta, il Presidente del Consiglio Comunale Sandalo, gli ex Sindaci casalesi Oddone e Demezzi. Hanno concelebrato una ventina di sacerdoti tra cui quasi tutti i Canonici del Capitolo.
Sulla bara chiara alcuni fiori bianchi avvolti nella fascia tricolore da Sindaco e un grappolo d’uva.
Ricordando il primo incontro avuto con Riccardo Coppo, Mons. Vescovo nell’omelia ha affermato: «La sua vita umana, la sua esistenza di cristiano sono state impostate sul rapporto, sulla relazione, sulla capacità di incontrare, di accogliere e di ascoltare».
«Amava il suo territorio – ha ricordato il Sindaco Palazzetti – un territorio in cui credeva con tenacia e dal quale traeva profonde radici etiche e culturali e che unite all’ampiezza dei suoi orizzonti e alla lungimiranza e alla capacità di cogliere i segni dei tempi fecero di lui un protagonista di un periodo difficile ed eroico della nostra città. Un esempio di virtù civile e di amore per Casale che tenteremo di imitare seguendolo nel nostro impegno di tutti i giorni e nell’operosità per il bene comune».
Di «esempio come uomo e politico» ha parlato Giorgio Ferraris che, commosso, ha ricordato come Coppo «abbia insegnato a tutti noi come solo con determinazione e volontà ferma si possono ottenere risultati». «Ha sempre saputo trasformare – ha continuato Ferraris – un progetto in azione politico-amministrativa incarnando il ruolo di leader e di guida carismatica che ha condotto tante dure battaglie in nome della sua comunità. A poche ora dalla vergognosa sentenza sul Processo Eternit con un filo di voce Riccardo ha affermato “Bisogna andare avanti”: in questa sua ultima frase c’è tutto il Riccardo che abbiamo conosciuto e per questo lo ringraziamo».
L’imprenditore Caprioglio ha rammentato i trascorsi giovanili condivisi con Coppo prima all’oratorio del Valentino, poi nell’Azione Cattolica e infine nel Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana. E poi l’accenno al ruolo di insegnante con il quale collaborava per inserire gli studenti nel mondo del lavoro: «Mai una volta – ha affermato Caprioglio – che abbia sentito una parola degli allievi di quel tempo che non fosse di stima e di affetto».
Il figlio Marco ha ricordato come il papà «non è stato mai solo nostro, ma di tutti. Avevi una passione per l’impegno sociale e il piacere di stare con la gente e l’entusiasmo di lavorare in gruppo ma, per me e per Valeria, sapevi sempre trovare il tempo per un giro in bici nel nostro bel Monferrato. Così ci hai trasmesso il tuo grande amore per la nostra terra e la dignità delle nostre origini contadine. Ascoltare i tuoi discorsi lungimiranti ci ha subito aperto ampi orizzonti. Ci hai spinto ad imparare le lingue e diventare cittadini europei». «Aiutaci ad essere un po’ come te» ha concluso.
Al termine della cerimonia funebre la salma di Riccardo Coppo è stata tumulata nella tomba di famiglia nel cimitero di Treville.
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