CASALE – Nel corso dell’ultimo periodo, anche a causa del “lockdown” che ha costretto molte famiglie a rimanere in casa, sono aumentati i casi di dissidi tra le mura domestiche, per questo la Compagnia Carabinieri di Casale, attraverso le stazioni Carabinieri dipendenti e con l’impiego del personale femminile in servizio, ha proceduto ad un’attenta prevenzione, sensibilizzazione e repressione dei reati che riguardano gli atti persecutori, i maltrattamenti in famiglia e le violenze in genere su donne e minori. Si ricorda che l’Arma territoriale di Casale ha stretti contatti con le varie organizzazioni pubbliche e di volontariato, che possono gestire le emergenze legate alle violenze su donne e bambini. In particolare a Casale i carabinieri hanno attuato una stretta collaborazione con l’ “Associazione Soroptimist”, ed è presente all’interno della Caserma, una stanza adatta a gestire col metodo investigativo più adeguato questi particolari reati. In ambito repressivo sono stati raggiunti i seguenti risultati. Militari della stazione Carabinieri di Fubine in seguito alla querela presentata da una donna di 43 anni di origini straniere, denunciavano in stato di libertà per maltrattamenti in famiglia G.K., 22 anni, suo convivente, poiché si sarebbe reso responsabile di una serie di comportamenti violenti e minacciosi nei confronti della 43enne, a partire dal gennaio del 2017 fino ad oggi. In seguito all’intervento, i militari applicavano nei confronti del giovane il “codice rosso”, imponendogli di lasciare l’abitazione. Nei giorni successivi l’Autorità Giudiziaria, subito avvisata dai militari, sottoponeva lo stesso ad una serie di limitazioni, tra cui il divieto di avvicinamento alla vittima ed ai luoghi da lei frequentati. Militari della stazione Carabinieri di Balzola in seguito alla querela sporta da una donna di 47 anni, denunciavano in stato di libertà per maltrattamenti in famiglia il marito E.M.C., 52enne operaio, poiché dal 2015 ad oggi, avrebbe mantenuto una serie di comportamenti violenti e minacciosi nei confronti della propria moglie, costringendola anche a ricorrere alle cure dei sanitari. I militari applicavano subito il “codice rosso” ed informavano dell’accaduto l’Autorità Giudiziaria. Si ribadiscono alcuni consigli anti-stalking: Informarsi sull’argomento e adottare dei comportamenti tesi a scoraggiare, fin dall’inizio, lo stalker; cercare di non reagire agli atti persecutori con paura, rabbia o minacce, in quanto si potrebbe rafforzare la motivazione del molestatore; non sottovalutare il rischio ed essere prudente: ad esempio, registrare le chiamate, fuori casa non fermarsi in luoghi isolati o appartati, non seguire sempre gli stessi itinerari; tenere un diario per riportare e poter ricordare gli eventi più importanti che potrebbero risultare utili in caso di denuncia; raccogliere “prove” sullo stalking di cui si è vittima: conservare eventuali lettere, sms o e-mail a contenuto offensivo o intimidatorio; tenere sempre a portata di mano un cellulare per chiamare in caso di emergenza un numero di pronto intervento.
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