CASALE (a.b.) – «Oggi più che mai siamo al vostro fianco perché si faccia giustizia. Non vi lasceremo soli». Questa è la promessa, ripetuta più volte, che don Luigi Ciotti ha fatto la scorsa settimana intervenendo all’incontro “La lotta non finisce: a Casale riparte il futuro”.
Davanti ad oltre 250 persone che hanno affollato l’Auditorium San Filippo, il fondatore del Gruppo Abele e dell’Associazione Libera ha parlato della ferita di Casale Monferrato – riferendosi soprattutto alla sentenza della Cassazione – di giustizia, di dignità. Ma anche di criminalità organizzata, di analfabetismo, di corresponsabilità, di democrazia, di necessità di «passare dall’io al noi».
La serata – che si è aperta con un minuto di silenzio nel ricordo dell’ex Primo Cittadino Riccardo Coppo – è stata introdotta da Titti Palazzetti, Sindaco di Casale, che ha ricordato la reazione della città alla sentenza della Corte di Cassazione sul Processo Eternit. Sono quindi intervenuti Luigi Ferrando (Uil), Romana Blasotti Pavesi (AFeVA), Luciano Bortolotto (Cisl), l’on. Cristina Bargero e Sara Scapinello, del presidio Libera “Totò Speranza” di Casale Monferrato.
Presenti in sala, tra gli altri, mons. Antonio Gennaro, Vicario Generale della Diocesi, il Presidente del Consiglio Comunale cittadino Davide Sandalo, gli assessori comunali Daria Carmi, Ornella Caprioglio e Luca Gioanola, alcuni Sindaci monferrini e i presidi degli istituti scolastici cittadini.
Nel suo appassionato intervento don Ciotti ha affermato: «Non c’è una strage in Italia per la quale si conosca la verità; e non si può costruire giustizia senza ricerca della verità». E con riferimento alla vicenda Eternit ha proseguito: «Qui c’è la verità ma manca la giustizia. Per questo credo di poter dire che dobbiamo unire di più tutte le nostre forze. Non vi lasceremo soli, ci sentiamo corresponsabili. Sono venuto a condividere questa speranza: che un senso di responsabilità piano piano vinca sull’illegalità, sulle furbizie, sulla corruzione». Don Ciotti ha poi aggiunto un passaggio molto applaudito: «Abbiamo assistito ad un palese conflitto tra diritto e giustizia. Per me però è stato un conflitto tra il diritto e la vita delle persone. Qui si parla di vita, non di tecnicismi». E si è scagliato contro la prescrizione: «In Italia, il 35% dei reati vanno in prescrizione. Io la sento come una grande ferita, perché finora è servita ai ricchi e ai potenti. I “poveri cristi”, invece, non possono avere avvocati ben pagati e non hanno nessuno che si occupa di loro. Non c’è legalità senza uguaglianza». E ricordando come la Cassazione francese abbia impedito l’applicazione della prescrizione per orrendi delitti, il fondatore di Libera ha tuonato: «Quello che è successo qui è un orrendo delitto che non può andare in prescrizione. Mai!». Applausi scroscianti.
Rammentando la ventennale battaglia di Libera e ribadendo la sua fiducia nell’impegno dei giovani – erano molti quelli presenti in sala – don Ciotti ha concluso: «Casale ha dato una lezione all’Italia reagendo alla sentenza con le campane a lutto, le bandiere a mezz’asta, la fiaccolata, le lacrime del Vescovo, le parole sofferte ma dignitose… Dobbiamo continuare ad essere “sovversivi” (citazione di mons. Tonino Bello), umili, coraggiosi per unire le nostre forze: lo dobbiamo a quelli che hanno perso la vita per questa violenza criminale di fronte alla quale noi chiediamo giustizia. E, per quello che mi riguarda, per saldare un po’ di terra con il Cielo».
Prima di lasciare l’Auditorium, don Ciotti stringe la mano dei molti che gli si avvicinano e per tutti ha una parola d’incoraggiamento. Ancora una volta Casale e i suoi cittadini sanno di non essere soli nella battaglia per avere Giustizia.
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