“Generare futuro”; è questo il tema della 36ª Giornata nazionale per la vita che si celebra domenica prossima, 2 febbraio. Nel messaggio inviato per la Giornata, i Vescovi italiani fanno riferimento alle parole del Papa ricordando che «i figli sono la pupilla dei nostri occhi… Che ne sarà di noi se non ci prendiamo cura dei nostri occhi?». È un appello alla “cultura dell’incontro”, che «coltiva il valore della vita in tutte le sue fasi: dal concepimento alla nascita, educando e rigenerando di giorno in giorno, accompagnando la crescita verso l’età adulta e anziana fino al suo naturale termine»; una cultura dell’incontro che mira a «superare così la cultura dello scarto». Le recenti inchieste sociologiche mettono in evidenza come ci sia «ancora un grande desiderio di generare, che resta mortificato per la carenza di adeguate politiche familiari, per la pressione fiscale e una cultura diffidente verso la vita». Occorre favorire questa aspirazione, invertendo così la tendenza negativa della natalità. Infatti «generare la vita è generare il futuro anche e soprattutto oggi, nel tempo della crisi; da essa si può uscire mettendo i genitori nella condizione di realizzare le loro scelte e i loro progetti». C’è bisogno «oggi di solidarietà rinnovata, di uomini e donne che la abitino con responsabilità e siano messi in condizione di svolgere il loro compito di padri e madri, impegnati a superare l’attuale crisi demografica e, con essa, tutte le forme di esclusione», in particolare ammalati e anziani, «magari con il ricorso a forme mascherate di eutanasia». Di qui l’appello a “generare futuro” cioè a «tenere ben ferma e alta questa relazione di amore e di sostegno», consapevoli che «un popolo che non si prende cura degli anziani e dei bambini e dei giovani non ha futuro, perché maltratta la memoria e la promessa».
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