CASALE (m.b./a.m.) – “Insegnare danza è il mio lavoro, lo faccio da 22 anni. Ho studiato in Italia e all’estero, ho seguito corsi di specializzazione e di approfondimento, ho ricevuto attestati, diplomi e qualifiche, ho lavorato sabati e domeniche senza sosta per anni e poi arriva questo momento in cui qualcuno dice che il nostro non è un lavoro essenziale!”.
Con queste parole appassionate, dirette ma che spiegano chiaramente il suo pensiero, Cristina Defendi, insegnante di danza alla scuola Step Out di Casale (https://stepoutartedanza.it/), racconta le sue emozioni di questo strano periodo.
Per gli amanti di questa disciplina che non è solo sport, ma è arte, fatica, impegno e scuola di vita, non è difficile capire le sue parole e i suoi sentimenti.
“Rispetto a cosa non è essenziale, quando nella mia vita la danza per me è stata fondamentale, non solo dal punto di vista economico ma per quello che mi ha insegnato e fatto vivere ogni giorno per 22 anni ?” si domanda Cristina.
L’insegnante prosegue: “In poco meno di un anno ho lavorato 3 mesi e mezzo in presenza e alla fine anche io sono dovuta passare alle ‘lezioni on line’, che alla fine, tra tanti dubbi, sono state anche il mio canale. Non ho mai amato Internet e la tecnologia. Amo il contatto, amo guardarsi negli occhi e potersi toccare, amo poter stare in aula con i miei allievi, sentire il loro respiro, sentire la loro concentrazione e il loro impegno che mi fa vibrare e mi sprona a dare di più, ad aiutarli a crescere e a migliorare, vederli sudare, poter ridere con loro, poterli correggere con le mani, come si fa sempre a lezione di danza”.
“Ammetto che le lezioni on line non c’entrano niente con la danza vera, con lo studio e la didattica, con l’arte e le emozioni, è solo un modo per farsi forza, per ricordarci che c’è una normalità che non dobbiamo dimenticare, una strada per rimanere in contatto attraverso qualcosa che ci lega e ci appassiona, per provare a non cadere nel baratro e nell’apatia. Ma on line è limitato e limitante. – dice ancora l’insegnante – Non ci sono gli spazi, ci si adatta tra un letto e un armadio stando attenti a non andarci addosso. Non c’è il pavimento che ammortizza … quindi niente salti! Ci sono le piastrelle… quindi niente piroette! Non c’è la sbarra… quindi ci si appoggia malamente ad una sedia. Manca la profondità …quindi allo schermo si vede solo la metà del corpo… addio correzioni! La musica da un pc all’altro arriva in ritardo… e quindi … niente! Ecco cosa sono le lezioni on line: un modo per capire quanto è importante farle in presenza, quanto è importante avere il luogo giusto, le condizioni giuste, gli strumenti giusti, i compagni con cui condividere e provare, e un insegnante al tuo fianco per guidarti. Mi auguro che questo periodo termini al più presto e non spenga le fiammelle dei sogni di tanti ragazzi… che non distrugga le motivazioni e non azzeri gli stimoli dei nostri sensibili e ormai disorientati giovani”.
Ed ecco le testimonianze di alcune giovani allieve della scuola Step Out.
Noemi Protino, 12 anni: “Non mi sarei mai immaginata di dover fare lezione online, ma comunque anche se un po’ più complicato è una fortuna per andare avanti e restare allenati”
Giada, Caprioglio, 14 anni “Sono contenta che ci sia stata offerta la possibilità di partecipare alle lezioni on line per non interrompere il nostro percorso. Purtroppo la connessione non è sempre stabile. Mi mancano la presenza in aula e il confronto diretto con le compagne e l’insegnante. Spero come tutti di poter tornare a condividere la nostra passione in presenza”.
Angelica Ganora, 14 anni: “In questo periodo difficile per tutti, abbiamo iniziato con le lezioni online. Mi sembra un modo molto pratico di fare lezione, così posso mantenermi in forma, interagire e stare a contatto, anche se non in presenza, con le mie compagne e insegnante. Un aspetto negativo è dover stare al chiuso. Personalmente ci metto la stessa energia e la stessa voglia di fare”.
Arianna Porta 11 anni “Stiamo vivendo un periodo strano e difficile: non si possono vedere gli amici, i compagni di classe, i parenti lontani, ma cosa più importante, non c’è più la libertà che spesso davamo per scontata. La danza è un qualcosa di bellissimo dove posso lasciarmi andare e liberare la mente. Fare danza in presenza con le compagne è un qualcosa di unico: si parla, si ride, si piange e ci si consola, ci si corregge e si sbaglia insieme. Dietro a uno schermo non è la stessa cosa.”
Sul prossimo numero de La Vita Casalese, altre testimonianze di giovani allievi della scuola.