CUCCARO – Una tragedia che aspetta un perché. Bisognerà attendere l’esito della autopsia per capire i motivi per i quali il cuore di Riccardo Accornero, ingegnere di 31 anni, di Cuccaro ma trasferito per lavoro nel torinese, abbia improvvisamente smesso di battere. Senza un motivo. Senza un perché. Giovedì sera ha trascorso la serata a casa con alcuni amici, poi poco prima di mezzanotte ha telefonato a casa a papà Francesco e mamma Rosanna, come faceva abitualmente quasi tutte le sere per salutare i genitori e per raccontare la giornata. Subito dopo è andato a dormire ma intorno alle 4.30 del mattino, è stato colto inaspettatamente da un malore. E’ riuscito a restare cosciente abbastanza per chiamare il 118 e dare l’allarme: «sto male» ha detto all’operatore del servizio d’emergenza che ha inviato immediatamente un’ambulanza medicalizzata nella sua abitazione di Baldissero, poco distante dalla basilica di Superga. Ma all’arrivo dei sanitari la porta era chiusa a chiave ed è quindi è stato necessario anche l’intervento dei Vigili del fuoco e dei carabinieri. Sfondata la finestra i sanitari si sono introdotti immediatamente nell’appartamento, ma per il giovane ingegnere monferrino, purtroppo, non c’era più nulla da fare. Il corpo esanime, è stato ritrovato riverso sul letto, e dopo il nulla osta della magistratura è stato trasportato all’obitorio di Chieri. Il compito ingrato di comunicare la notizia a casa è toccato ai Carabinieri di Vignale che venerdì mattina si sono recati nella casa di Cuccaro per informare la famiglia. Riccardo sarebbe dovuto tornare a casa venerdì sera dopo il lavoro, come ogni venerdì. Trascorreva cinque giorni a settimana nel suo appartamento alle porte di Torino per andare a lavorare alla Spea di Volpiano, azienda leader nella produzione di sistemi di collaudo per l’elettronica, poi tornava a casa per il fine settimana. Ma purtroppo Riccardo a Cuccaro non tornerà più.
Aveva iniziato gli studi al Politecnico di Alessandria, dove ha svolto il triennio, per poi prendere la laurea specialistica a Torino. Un bravo ragazzo, molto conosciuto in paese soprattutto per il suo modo di fare sempre allegro e tranquillo. Un ragazzo perbene cresciuto tra l’oratorio e la Polisportiva cuccarese. Anche la famiglia è molto nota nel comune monferrino, soprattutto per l’impegno civile profuso nell’associazione «Stella Bianca Laura Garavelli» che promuove iniziative a sostegno della popolazione somala, oltre che al volontariato nel gruppo alpini di Mirabello, Cuccaro e Lu.
LA VITA CASALESE PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI ALL’EDITORIA.
“La Vita Casalese”, tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.