LU – In comune avevano la passione per il calcio. Uno era vicepresidente della Luese, l’altro presidente della Fulvius Valenza. Da giovedì scorso anche il destino giudiziario. Due arresti ed una denuncia a piede libero, ed una busta con 4 mila euro. È il bilancio dell’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Alessandria, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo e diretta dal sostituto procuratore Giancarlo Vona, mirata a reprimere i comportamenti illeciti di alcuni Pubblici ufficiali infedeli. In manette il maresciallo delle Fiamme gialle Colombo Adelfio Cardillo, 55 anni, in servizio a Valenza, dove presiede anche la locale squadra di calcio, difeso dagli avvocati Vittorio Gatti e Simona Olivieri; e l’orafo Gian Valerio Bisoglio, 51 anni, residente a Lu dove occupa uno scranno nel Consiglio comunale in qualità di candidato sindaco d’opposizione alle ultime elezioni, difeso dagli avvocati Tino Goglino e Rosella Monti. Nei guai anche un altro militare della guarda di finanza, denunciato in stato di libertà, ma la sua posizione è da chiarire e sarebbe marginale. Su ordine del Gup alessandrino Stefano Moltrasio, per Cardillo si sono aperte le porte del circondariale Don Soria, mentre a Bisoglio il magistrato ha concesso i domiciliari. Il fatto sarebbe accaduto nei giorni scorsi. Forse preoccupato da un controllo della Finanza nella propria azienda, l’orafo sarebbe riuscito a contattare Cardillo (che non faceva parte del nucleo che stava operando l’accertamento), per cercare di «ingentilirsi» le Fiamme gialle. In realtà dai controlli dei finanzieri non erano stati rilevati particolari irregolarità ma per una maggiore tranquillità, l’orafo avrebbe proposto una «mazzetta» da 2 mila euro. A sentire la telefonata, però, c’erano anche gli stessi uomini della Finanza che stavo operando intercettazioni per un altro filone d’indagine. E all’appuntamento di giovedì scorso al campo sportivo di Lu, dove ci sarebbe dovuto essere lo scambio della busta, c’erano anche i finanzieri che hanno arrestato l’orafo ed il collega infedele. Nella busta c’erano 4 mila euro, duemila in più rispetto l’accordo telefonico. L’avvocato Gatti ha presentato ricorso al Tribunale del riesame per far concedere i domiciliari al maresciallo Cardillo.
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