RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Stimatissimo direttore, nel momento in cui il coronavirus sta picchiando davvero duro sul Piemonte e anche sulla nostra zona con gli ospedali pieni e tanti ammalati a casa che i medici faticano a curare, risulta incredibile che siano ancora tanti quei riduzionisti che mandano messaggi ambigui sulla vera pericolosità del covid. Alla spavalderia dell’estate certo si è sostituita la prudenza, ma la leggerezza con cui molti ancora sorvolano sullo tsunami delle ultime settimane provoca sconcerto e autentica preoccupazione. Come si fa a non capire che i provvedimenti del Governo, discutibili quanto si vuole nella forma e nella farraginosità, andavano semmai presi in Piemonte prima e con ancora più determinazione? Gli eroismi di medici e sanitari, di insegnanti di scuola primaria e dell’infanzia, di tante persone del terzo settore e dell’assistenza, questa volta non sono più oggetto di un apprezzamento, per quanto retorico, generalizzato e solo le lettighe dell’ospedale di Rivoli e le ambulanze in coda per entrare nei pronto soccorsi hanno zittito coloro che ancora discutevano sulla opportunità di riorganizzare la rete ospedaliera piemontese. E se la malaccorta gestione dei trasporti pubblici ,che ricordo essere di competenza regionale, è al primo posto, io credo ,nella diffusione rapidissima del covid, nessuno in questo momento sta lavorando per garantire il ritorno degli studenti delle scuole superiori in condizioni di maggiore sicurezza. E nessuno, poi, nemmeno per sbaglio, sta cercando di realizzare nella sanità piemontese ed italiana quel sistema di tracciamento che nei paesi orientali è riuscito a spegnere i focolai nell’estate scorsa! Temo che l’appello all’unità del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella davanti al monumento alle vittime del covid nel cimitero di Castegnato (subito oltraggiato con la scomparsa della Croce) che chiede agli italiani ” di mettere da parte le partigianerie e gli egoismi”risulti essere per una parte quasi incomprensibile. Quel che conta e che si continui a giocare il campionato e che le grane se le prenda tutte Giuseppe Conte! Sono, invece, convinto che questo sia un momento in cui tutte le persone di buona volontà debbano cercare di aiutare chi è in difficoltà a prescindere da ogni opinione politica e da ogni opzione di pensiero e che lo sforzo richiesto a tutti noi non possa essere in alcun modo ignorato. I nostri figli e nipoti non ce lo perdoneranno!
Riccardo Calvo