RIVARONE – Domani, venerdì 28 giugno, alle ore 18,30, in regione Montoggio, il “belvedere” di Rivarone, verrà inaugurato il Cornicione con il Panchinone. Si tratta di una grande cornice girevole di 360 gradi (alcuni dicono di 380 come il numero degli abitanti del paese) in cui osservare il panorama dai modesti 250 mt delle colline rivaronesi, le pendici del Basso Monferrato, o la coda, dipende se si intende Casale come capitale del Monferrato, visto che in un documento medievale del 924 viene citato il paese situato in zona “Monte Ferrato” prima della nascita della Marca Aleramica. Verrà posta anche una panchina per poter godere dell’ottima vista. Come scrisse il prevosto don Giovanni Battista Prigione nel 1950: “Rivarone vanta un panorama vasto e grandioso verso la pianura vogherese, tortonese e alessandrina, vi si osserva il pigro serpeggiare del Tanaro, vi si gode l’incantevole spettacolo di splendide aurore riverberanti sulla catena degli Appennini liguri che si perdono verso l’agro pavese. L’aria è saluberrima e per l’elevata posizione del paese, la ventilazione è costante, spaziosa, continua.” Infatti è facile distinguere il Monte Tobbio, “re” dell’Appennino Alessandrino, ma anche il monte Giarolo. Lo sguardo arriva anche a Tortona dove spicca ad occhio nudo la Madonna della Guardia, ma anche a Novi. Ruotando gli occhi si mostra imponente il vicino maniero di Montecastello. Voltandosi indietro si ammira l’arco alpino, il Pizzo Bernina; i più azzardati, con cannocchiali sofisticati e in giornate limpidissime hanno scrutato la Madonnina di Milano. Si notano i campanili di Mede e Mortara della vicina Lomellina. I più anziani raccontano che i rivaronesi d’un tempo seguirono le vicende della battaglia di Marengo, come provato dal fatto che a poche centinaia da questo belvedere esiste la cappelletta Madonna dei Vigneti che sembra guardare la Madonna di Tortona, sorta su un punto in cui alcuni soldati austriaci in ritirata furono attaccati all’arma bianca dai francesi. Lo storico locale Egidio Bonicelli lo definisce “il balcone aperto sull’Universo, dal quale i nostri avi ammiravano una veduta talmente affascinante da credere che questo angolo della Terra fosse la parte più prosperosa del creato”. Sarà una tappa per i “selfie nella cornice”, per i parecchi podisti e ciclisti che passano sulla strada provinciale n.80 della Bassa Valle Tanaro che costeggia il belvedere; oppure una meta per la notte di San Lorenzo, notte resa viva dalle numerosi luci viste da lassù. Insomma, non sono solo le colline dove gustare le celeberrime ciliegi precoci, colline una volta coltivate di fagioli borlotti, e ricche di filari di viti Barbera, tanto che nel mercato delle uve, Rivarone era citato insieme a Gavi; ma anche colline in cui si respira la storia, come testimoniata dalla strada napoleonica, dai pochi resti del castello medievale, dai nativi come il vescovo francescano in Cina Giacinto Stanchi nel 1912, dal poeta Girolamo Bellingeri e lo storico Lorenzo Burgonzio del 1700 e dall’agronomo Amilcare Fracchia vissuto a fine ‘800. Una cornice per scrutare meglio il nostro territorio, e per godersi la vista di almeno un “quarto della provincia alessandrina”.