GABIANO (m. f.) – “Il ritorno del lupo ci costringe a cambiare abitudini”. Lo ha evidenziato Luca Giunti, guardiaparco dei Parchi Alpi Cozie Regione Piemonte, intervenendo lunedì alla serata promossa a Gabiano dall’Unione collinare della Valcerrina. Tantissimi i presenti (fra loro sindaci e amministratori pubblici), a riprova del grande interesse anche in questa zona sull’argomento, dopo le ripetute segnalazioni della presenza di lupi.
Come ha puntualizzato il presidente dell’Unione, Fabio Olivero, la serata è stata dedicata alla conoscenza del lupo, “non a trovare una soluzione a questo problema”.
Luca Giunti si occupa professionalmente (anche) di lupi ormai da trent’anni. Cioè da quando questo animale è tornato a rioccupare spazi in montagna che nei decenni precedenti per una serie di ragioni (taglio dei boschi; eliminazione delle prede; catture e uccisioni) aveva abbandonato, finendo a rischio di estinzione. A inizi Anni Settanta in Italia erano rimasti cento lupi. Ora sono quasi 3500, circa 700 dei quali nel Nord Ovest. Questo non perché, ed è una fake news, i lupi siano stati “paracadutati” sul territorio con le vipere e i cinghiali, ma perché si sono ricreate le condizioni per il loro ritorno. Ampie aree sono ricoperte da nuovi boschi, ci sono prede in abbondanza, inoltre il lupo oggi è tutelato dalla legge. “Occupati” gli spazi in montagna, questi predatori sono scesi a livello collinare e adesso sono arrivati in pianura. Secondo il guardiaparco, non sarà un’espansione indefinita. Esaurita l’occupazione dei territori ancora disponibili, fra alcuni anni, la spinta si esaurirà. A quel punto, secondo gli esperti, in Italia ci saranno probabilmente 5-6000 lupi. Una presenza di cui si dovrà tenere conto.
I lupi fanno danni? Sono un pericolo? Son le domande a cui ha dato una risposta Giunti: “Sono dannosi perché assalgono pecore, capre e anche animali da affezione. Il lupo, inoltre, può diventare un pericolo, ma solo in condizioni eccezionali”. Questi predatori “non vanno a caccia di esseri umani, hanno paura di noi”. Inoltre “i nostri lupi non sono affamati”. Questo perché sono tantissime le prede che hanno a disposizione: non solo pecore e capre, ma cervi, caprioli, cinghiali. “In 30 anni – ha sottolineato il guardiaparco – sono state trovate circa 270 carcasse di lupo: nessuno era magro o soffriva la fame”.
Il lupo è pericoloso solo in condizioni innaturali: quando diventa “confidente”, cioè si avvicina troppo all’uomo, è ferito o è in una situazione di difficoltà (ad esempio se resta imprigionato). In genere, invece, si può stare tranquilli. Si può persino portare il cane a passeggio in una zona che si sa battuta dai lupi, ma con l’accortezza di tenerlo al guinzaglio e di non lasciarlo libero di scorrazzare. Altrimenti il cane potrebbe davvero diventare una preda.
Che fare, infine, se si avvista un lupo? La prima reazione è di fotografarlo o di realizzare un video e di pubblicarlo sui social. “Tutto questo va bene – dice Luca Giunti -, ma non serve a nessuno. E’ invece importante avvisare subito l’Asl, il Comune, i carabinieri forestali, l’Area protetta, la Provincia, dove operano persone professionalmente preparate per questa situazione. Senza una segnalazione, è come se i lupi in quella zona non ci fossero”.
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