CASALE – “Il Controllo del Vicinato si distingue nettamente da tutto ciò che possa comportare un accostamento alle “ronde” o fenomeni similari tanto per non generare dubbi” ci tiene a precisare Massimo Iaretti, referente per il Piemonte dell’Associazione Controllo del Vicinato che opera da diversi mesi per creare una cultura di controllo del territorio che possa garantire maggior sicurezza e una collaborazione alle forze dell’ordine.
“Il nostro modello – prosegue Iaretti – si ispira al sistema del “neigborhood watch”, nato nei Paesi Anglosassoni ed importato in Italia nel 2008 da Gianfrancesco Caccia di Caronno Pertusella. Si tratta di un sistema di deterrenza passiva e prevenzione per la microcriminalità, da attuarsi in stretto contatto e collaborazione con le forze dell’ordine e le istituzioni, basato soprattutto sulla solidarietà tra i cittadini, sul notare fatti o persone insolite nella zona, sul dialogo con le forze dell’ordine ed è agli antipodi delle cosiddette “ronde” che prevedono un intervento attivo. A questo proposito che i “rambo” o i “pattugliatori” diurno e notturni che siano, che pensano di sostituirsi alle forze dell’ordine nell’attività anticrimine, in quello che è un compito soltanto loro, non sono assolutamente graditi all’associazione, la cui appartenenza è subordinata al rispetto di un Codice etico”. E sulla nascita del gruppo di WhatsApp che opera nella zona di Rosignano Monferrato, Massimo Iaretti precisa che “WhatsApp non è il Controllo del Vicinato, ma uno strumento di controllo del vicinato, nell’ambito più ampio della sicurezza residenziale.
“I nostri gruppi lo utilizzano, ma all’interno di un disegno più ampio, che, con i cartelli e la comunicazione, la coesione sociale, deve fare capire al potenziale delinquente o al suo basista che in quella zona non passerà inosservato. Tuttavia è importante veicolare il messaggio che nell’emergenza è il cittadino che deve chiamare le forze dell’ordine direttamente, evitando qualsiasi attività di ronda – dice Iaretti che poi precisa – sarebbe importante che come associazione potessimo dialogare con i cittadini che hanno dato vita a questo gruppo, dimostrando un alto senso civico, per incontrarli e valutare se si possa agire di concerto”. Un sistema del Controllo del Vicinato che è stato adottato per primo in zona dal Comune di Casorzo nel 2013 e che sta prendendo piede. “Il modello si sta sviluppando velocemente sul territorio – prosegue il referente dell’associazione – da marzo ad oggi, personalmente o altri volontari abbiamo avuto tra i trenta ed i quaranta incontri pubblici ed informali con amministrazioni comunali e gruppi di cittadini, nelle province di Alessandria, Asti, Cuneo, soprattutto il Roero, a Torino e, proprio l’ultimo giorno dell’anno, in provincia di Vercelli”.
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