SU QUESTO NUMERO
Nelle mani del presidente del Consiglio Regionale – Raccolte 7.579 firme
CASALE – Sono 7.579 le firme in calce alla petizione popolare per il mantenimento dell’attività operatoria e di medicina generale, alla clinica Sant’Anna di Casale. Sono state consegnate martedì 13 ottobre al presidente e alla vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte Mauro Laus e Daniela Ruffino, e al presidente della quarta Commissione (Sanità) Domenico Ravetti. All’incontro, avvenuto a Torino a Palazzo Lascaris, era presente anche il consigliere regionale Massimo Berutti e sono intervenuti il consigliere di Casale Giorgio Demezzi (ex sindaco, che ha elaborato il testo della petizione), il consigliere della Provincia di Alessandria Nicola Sirchia, il rappresentante del personale medico della clinica Sant’Anna Fabrizio Baiardi e, in rappresentanza del comitato per la petizione, Emanuele Ugazio, Antonello Zito, Giuliano Ghirardi e Adriano Pugno. La Clinica Sant’Anna, come ha spiegato Demezzi, rischia di perdere i posti letto per l’attività interventistica e di medicina generale e lungodegenza, che dovrebbero essere sostituiti con posti per psichiatria e continuità assistenziale a valenza sanitaria. A seguito di tale trasformazione, in sostanza la struttura rischia di perdere tutta quella attività operatoria (tunnel carpale, ernie inguinali, vene varicose, calcoli alla cistifellea, cateratte, protesi dell’anca e del ginocchio) significativa per qualità e i numeri, con circa 3.000 interventi annuali per Chirurgia, Oculistica, Ortopedia e Ginecologia, di cui ben 750 riguardano pazienti di Casale e di Comuni limitrofi, mentre il 20% sono quelli provenienti da fuori Regione. Il dispositivo della petizione chiede che la Regione Piemonte riveda “le decisioni improvvidamente prese con la proprietà della clinica Sant’Anna”, non a tutela della sanità privata, ma dei cittadini casalesi. Il presidente Laus, dopo aver attentamente ascoltato le rivendicazioni, nel congedare la delegazione ha garantito tutta la solerzia e l’impegno possibili nell’incardinare le richieste nell’iter procedurale previsto dall’attività dell’Assemblea regionale.