COCCONATO (F.Z.) – Il Tribunale di Asti questa settimana dovrebbe esprimersi in merito alla richiesta di amministrazione controllata presentata lo scorso mese dalla Conbipel e nominare il commissario straordinario, che avrà 30 giorni di tempo per cercare il riassetto finanziario. Le organizzazioni sindacali Uiltucs, Filcams e Fisascat stanno seguendo da vicino l’evolversi della situazione della più importante azienda cocconatese, che conta 1.745 dipendenti sparsi in tutta Italia, di cui 300 lavorano nella sede di strada Bauchieri.
L’Azienda, in attesa delle decisioni del Tribunale, ha nei giorni scorsi provveduto a pagare regolarmente ai dipendenti gli stipendi del mese di ottobre e, per evitare il congelamento conseguente l’amministrazione controllata, ha anche versato un acconto della retribuzioni della prima metà di novembre e della tredicesima dal 19 marzo (data del precedente congelamento) al 31 ottobre. «In attesa del confronto inerente l’amministrazione controllata – sottolinea Paolo Andreani, segretario generale aggiunto della Uiltucs – l’impresa ha provveduto ad anticare su richiesta del nostro sindacato, le retribuzioni a vario titolo maturate: un parziale, ma pragmatico risultato».
Fondata nel 1958 dalla famiglia Massa, da piccola azienda produttrice di accessori di pelletteria ha progressivamente esteso la produzione alle pellicce e all’abbigliamento, ampliando gli stabilimenti e allargando la rete di negozi in tutta Italia (oggi sono 169). Diventata un marchio della moda leader a livello nazionale, la storica azienda nel 2007 era stata ceduta al gruppo Oaktree Capital Management, che a sua volta nel 2019 l’aveva venduta alla Brookfield Asset Management. Lo scorso 18 marzo l’amministratore delegato Jeff Fardell aveva depositato in Tribunale la richiesta di concordato preventivo in continuità: pertanto per sei mesi erano stati congelati i debiti societari e scattata la cassa integrazione per i dipendenti. Lo scorso luglio pareva ci fosse un interessamento da parte di Tamburi Investment Partners, proprietario del marchio Oviesse, ma l’offerta non sarebbe stata portata a termine per problemi legati alle fideiussioni bancarie.
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