CASALE – Profondo sconforto e commozione in città per la notizia dell’omicidio di Agitu Ideo Gudeta, la pastora etiope di 42 anni, simbolo di integrazione, che nel 2019 era stata finalista del premio ‘Luisa Minazzi–Ambientalista dell’Anno’. La donna viveva in Trentino dove produceva formaggio nella sua casa in valle dei Mocheni. Nel frattempo ha confessato l’uomo fermato per l’assassinio: si tratta di un ghanese di 32 anni, collaboratore nell’azienda agricola biologica ‘La Capra Felice’, che ha confessato la sua colpevolezza durante l’interrogatorio davanti a Carabinieri e al magistrato, motivando il delitto con uno stipendio non corrisposto. Il comitato organizzatore del premio ‘Luisa Minazzi’, prima dell’individuazione dell’omicida, aveva postato questo messaggio sulla propria pagina Facebook: “Apprendiamo con sconcerto che poche ore fa è stata barbaramente uccisa, in circostanze da verificare, Agitu Ideo Gudeta, la pastora etiope, residente in Trentino, che nel 2019 era stata fra gli otto finalisti del premio Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno. Tutto il nostro gruppo esprime il proprio dolore per un assassinio che colpisce una donna coraggiosa, appassionata al proprio lavoro, impegnata nella difesa dei diritti civili e dell’ambiente, che aveva costruito nel nostro paese, dove era giunta da rifugiata, un’esperienza d’impresa esemplare nel campo della produzione casearia sostenibile e d’eccellenza”.
LA VITA CASALESE PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI ALL’EDITORIA.
“La Vita Casalese”, tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.