Da un’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel primo quadrimestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, emerge che il caro prezzi taglia del 4,9% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023 che sono però costretti a spendere comunque il 7,3% in più a causa dei rincari determinati dall’inflazione.
La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,1% nel quadrimestre nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio.
Il risultato dei discount evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità.
A risentirne i consumi domestici di ortofrutta fresca delle famiglie, diminuiti dell’8% nei primi tre mesi del 2023 con ciascun italiano che, indipendentemente dall’età, ne ha consumata dell’anno quasi 2 kg in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno dello scorso anno secondo elaborazioni Coldiretti su dati Cso Italy.
“Le famiglie tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. La situazione di difficoltà si estende alle imprese agricole colpite dal maltempo che ha decimato i raccolti e dai bassi prezzi che non molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori. Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.
“Per effetto dell’inflazione alimentare più alta da 40 anni, ci prepariamo a vivere l’estate a tavola più cara da decenni – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. La stragrande maggioranza di chi è stato, o è costretto, a ricorrere agli aiuti alimentari lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli. Contro la povertà è cresciuta anche la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini a partire dall’esperienza della Spesa sospesa di Campagna Amica grazie alla quale sono stati raccolti, a livello nazionale, oltre 8 milioni di chili di frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani, di alta qualità e a chilometri zero, donati ai più bisognosi”.
Fra tutti coloro che chiedono aiuto per il cibo più di 1 su 5 (23%) è un migrante che nel nostro Paese non riesce a procurarsi da solo il “pane quotidiano”, ma ci sono anche oltre 90mila senza dimora che vivono per strada, in rifugi di emergenza, in tende o anche in macchina e quasi 34mila disabili. Nel 2022 hanno ricevuto assistenza per mangiare anche 48mila ucraini proprio nell’anno in cui il Paese è stato invaso e devastato dall’esercito russo.
Il dato più agghiacciante rimane quello del numero dei bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per mangiare che ha superato quota 630mila, praticamente un quinto del totale degli assistiti, ai quali vanno aggiunti 356 mila anziani sopra i 65 anni oltre a una platea della fame e del disagio che coinvolge più di 2,1 milioni di persone fra i 16 e i 64 anni.