CASALE – Una piantagione di marijuana di circa 4mila metri quadrati, con un potenziale di oltre 500 piante per quasi 2 milioni di euro, nel cuore del Parco del Po, è stata estirpata e bruciata dai Carabinieri. Come in una puntata di Narcos, la famosissima serie di Netflix sulla storia dei narcotrafficanti Pablo Escobar e dei fratelli Rodriguez e dei cartelli di Medellin e Cali, i Militari dell’Arma hanno scovato una coltivazione di canapa indiana tra i boschi del comune di Camino. Una zona impervia, nel cuore del parco fluviale, sulla costa di una collina che unisce il comune monferrino al Po, impossibile da raggiungere a piedi. Per farlo è stato necessario l’intervento del Nucleo Forestale e dei volontari dell’AIB che hanno liberato il sentiero dagli spessi rami ed arbusti. Un movimento di uomini e mezzi che non è passato inosservato nel paese monferrino. Più che sprovveduti veri e propri “agricoltori” che hanno curato ogni minimo particolare. Scendendo dalla strada bianca, a circa metà dell’angusto sentiero, ben nascosto dalla vista di chi può percorrere casualmente il tracciato, c’è una cisterna scavata nella terra. Una profonda buca di oltre quattro metri e con una superficie di circa 20 metri quadrati, impermeabilizzata con spessi teli di plastica contenente decine di migliaia di litri d’acqua. Da qui partono diversi tubi per irrigazione che grazie ad una pompa alimentata da un generatore (posti più in basso) prelevava l’acqua piovana raccolta e la portava alla piantagione. Cinquanta metri più in basso c’erano le piante ed il sito di produzione e stoccaggio. Per agevolare i lavori e il movimento nell’area caratterizzata da una forte pendenza, sono stati scavati nella terra anche dei gradini da utilizzare come appoggio. Sotto i rovi e tra le piante, c’era l’area di stoccaggio delle piante raccolte e una sorta di capanno utilizzato come una specie di magazzino e riparo per la notte. Rimasti sul posto molte taniche di prodotti chimici e sacchi di fertilizzante ed una vera e propria discarica. Rifiuti, bicchieri di plastica, prodotti per l’igiene personale come saponi e dentifricio, due reti con materassi, uno specchio rotto, sedie, bombole del gas. Materiale di ogni genere.
Scoperta la piantagione i Militari coordinati dal Capitano Christian Tapparo, con l’ausilio di Forestale e volontari Aib, hanno disboscato la piantagione, ammassato il raccolto e dato il tutto alle fiamme, generando una colonna di fumo che era visibile fin dal centro del paese.