CASALE – La Polizia di Stato di Casale Monferrato, venerdì 28 giugno scorso, ha tratto in arresto in flagranza di reato Fabio Brescianini, 43 anni, di Borgo San Martino, imprenditore, ritenuto responsabile del reato di illecita coltivazione di sostanze stupefacenti con finalità di spaccio e deferito in stato di libertà altri due complici, D.C. di anni 49, casalese e S.G., 62 anni residente a Milano, anch’essi ritenuti responsabili in concorso per l’illecito, nonchè il solo D.C. anche per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti. L’indagine aveva inizio nei giorni precedenti; nello specifico personale della Squadra Investigativa apprendeva che al piano terra di un locale sito in Casale Monferrato, piazza XXV Aprile, erano stati fatti recenti interventi di ristrutturazione di natura sospetta. Effettuando un sopralluogo nei pressi dello stabile i poliziotti accertavano che le due finestre poste in corrispondenza della perpendicolare Via Bosso, erano state mascherate mediante l’applicazione di cartone e pellicola colorata, al fine di impedirne la visione all’interno. Inoltre, nella parte superiore risultavano ben visibili, in entrambi gli infissi, 4 tubi di aerazione, due dei quali atti ad insufflare aria all’interno e gli altri due ad espellerla. Poiché tali “adattamenti”, già rinvenuti in altri siti utilizzati per la coltivazione di canapa indiana in serra, consentivano di ritenere probabile, anche in questo caso, l’utilizzo del locale per la medesima illecita attività, gli investigatori predisponevano un servizio di osservazione. Nelle prime ore del mattino del giorno 28 giugno i poliziotti notavano un uomo, successivamente identificato il borghigiano, introdursi nel locale; pertanto si appostavano all’esterno e dopo circa un quarto d’ora, quando questi usciva, lo fermavano effettuando una perquisizione dello stabile. Nell’immobile, con una superficie di circa 50 metri quadri, venivano rinvenute due serre per la coltivazione “indoor” della canapa indiana, all’interno delle quali vi erano 36 piante in vaso, unitamente a tutti gli accessori (lampade ad alta illuminazione, filtri interni ed esterni, trasformatori di corrente, temporizzatore di luce, ventilatori di aerazione, tubi in alluminio collegati alle finestre, termostati). La successiva attività di polizia giudiziaria, consentiva di individuare altri due siti, rispettivamente ubicati in Casale Monferrato Via Ruffino Aliora e Borgo San Martino Via Santa Rita, impiegati per analoga attività delittuosa. Anche in tal caso gli operanti procedevano alla perquisizione degli immobili, rinvenendo nell’occasione altre 4 serre e 70 piante di cannabis indica, nonché 5 Kg. di marjiuana posta in essicazione e pronta alla vendita. Il materiale rivenuto, unitamente agli immobili di cui sopra, veniva sottoposti a sequestro. Fabio Brescianini veniva tratto in arresto e, come disposto dal P.M. di turno della Procura di Vercelli, condotto presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari. Lunedì 1 luglio, il G.I.P. del Tribunale di Vercelli convalidava l’arresto del predetto e applicava nei suoi confronti la misura cautelare detentiva personale degli arresti domiciliari. Successivamente venivano eseguite perquisizioni anche a carico dei complici, con esito positivo in quanto erano sequestrati, numerosi sacchi di terriccio impiegati alla coltivazione di canapa indiana e strumenti tecnologici atti a suffragare l’impianto investigativo rappresentato all’Autorità Giudiziaria. In base alle indagini si appurava che nelle tre installazioni utilizzate dall’indagato per la coltivazione di droga, questi effettuava 4 raccolti l’anno per ognuna, ricavando circa 10 Kg. di prodotto finito per ogni ciclo, corrispondente a più di 40 Kg. annui, per un ricavo complessivo di circa 200 mila euro. L’attività esperita dal personale operante consentiva di sequestrare: 106 piante di canapa indiana; Kg. 4,800 di marjiuana pronta alla commercializzazione; sei serre per l’idrocoltura della cannabis indica; centinaia di accessori (tubi di aerazione, trasformatori di corrente, ventilatori, termostati, temporizzatori, lampade ad alta illuminazione, fari led, ecc…) utilizzati per l’illecita coltivazione «indoor»; Decine di flaconi di fertilizzante e tre immobili.