Aprendo il nuovo Anno 2013, al fine della redazione di una dettagliata statistica da inviarsi alla Segreteria di Stato Vaticana ed attraverso la pubblicazione in questi giorni del nuovo Annuario diocesano, si è potuta acquisire da fonti certe (e quindi non improvvisate o presunte), da parte della Cancelleria della Curia Vescovile, una maggiore consapevolezza sulla situazione delle persone e del territorio della Diocesi di Casale. Tale Chiesa particolare interessa una superficie del territorio di 970 km2 con una popolazione totale residente di circa 103.500 abitanti. Questi ultimi vengono ripartiti in 13 Unità pastorali, che vennero formalmente costituite con decreto vescovile nel luglio 2010, ognuna con diversa popolazione secondo uno studiato e definito piano territoriale pastorale viciniore (UP Sant’Evasio: 18.359 abitanti, UP I Quattro Evangelisti: 12.618, UP Beato Giovanni Paolo II: 7.975, UP Madonna dell’argine-San Giovanni Bosco: 10.811, UP SS.mo Salvatore: 8.065, UP Santa Lucia: 6.227, UP Beato Pier Giorgio Frassati: 6.919, UP Sant’Agata: 3.332, UP San Gottardo: 4.909, UP Madonna di Crea: 6.288, UP Santa Gianna Beretta Molla: 5.640, UP San Candido: 5.703, UP Santa Fede: 6.937), in cui emerge che l’Unità pastorale più popolata (escluse evidentemente le due della città di Casale) è quella di San Salvatore e dintorni, mentre le meno popolate risultano essere quelle riferite ai paesi della Val Cerrina; la Parrocchia più popolata di tutta la Diocesi resta il Sacro Cuore di Gesù (Valentino), mentre le più piccole restano Montaldo e Villamiroglio. La maggior parte della popolazione dell’intera Diocesi si trova non nella città di Casale Monferrato, bensì nei paesi e per di più di collina, difatti ben circa 53.000 persone (più della metà degli abitanti della Diocesi) sono residenti nei paesi in collina, che coprono parte della Provincia di Alessandria, parte delle Province di Asti e di Torino. Vi sono 75 sacerdoti secolari incardinati nella Diocesi di Casale, di cui 69 sono presenti in diocesi ed altri 6 al di fuori con incarichi in Italia o all’estero (come i nostri missionari), ma dei 75 di riferimento, 7 hanno 90 o più anni, 15 hanno superato gli ottant’anni, 14 sono di età superiore ai 70 anni, 12 inclusi tra i 60 ed i 70 anni, 9 tra i 50 ed i 60, 13 tra i 40 ed i 50 e 5 al di sotto dei 40 anni. Le Parrocchie riconosciute ed operanti nella diocesi sono 115 di cui 109 rette dal clero diocesano e 6 dal clero regolare, di cui 71 sono rette da un parroco vero e proprio anche se non sempre residente poiché parroco di più parrocchie, 44 invece da un amministratore parrocchiale (figura simile al parroco con stessi diritti e doveri ma con meno stabilità temporale). Solo 44 parrocchie hanno però il parroco ivi residente, mentre le restanti 71 sono gestite rispettivamente da sacerdoti non residenti (parroci ed amministratori parrocchiali) ed alcune con la collaborazione di diaconi permanenti e assistenti pastorali. Non ultimo fra queste ultime gestite o con parroco malfermo di salute, ben 17 parrocchie sono rette a tutti gli effetti da sette sacerdoti provenienti da territori di missione, incardinati nelle loro diocesi ma in Italia con convenzione regolare per il servizio di cooperazione missionaria fra le chiese, anche se non essendo cittadini italiani, la legale rappresentanza dell’ente parrocchia è stata affidata a sacerdoti incardinati. Uno di questi, don Benjamin Kpodzro, ha chiesto di appartenere a tutti gli effetti alla nostra Diocesi e difatti proprio quest’anno è stato incardinato fra il clero casalese. E’ tuttavia presente sul territorio una realtà di clero regolare, che seppur minore, resta un importante riferimento, individuata in 11 sacerdoti religiosi con 2 Congregazioni religiose presenti in diocesi (salesiani, francescani-cappuccini) fra le quali 3 Comunità religiose (i Salesiani a Casale-Valentino e a Borgo S. Martino, i Francescani Cappuccini a Santa Maria del Tempio) oltre a 12 diaconi permanenti (grado precedente al sacerdozio che non può avere la titolarità della parrocchia, ma comunque di grande importanza pastorale) e a 11 congregazioni di religiose (suore), fra le quali 14 comunità che offrono una preziosa presenza e collaborazione in diversi ambiti, con la presenza di circa 100 suore anche se molte a riposo a causa dell’età avanzata. Sono inseriti inoltre nell’attività pastorale altresì 24 assistenti pastorali (di cui quattro uomini) in aiuto ai parroci dell’unità pastorale, che svolgono la mansione secondo il mandato del Vescovo, ma anche in aiuto al parroco per una o più parrocchie o anche per un determinato settore.
In Diocesi vi è poi la presenza dei Silenziosi Operai della Croce che gestiscono la Casa di riposo del Clero Nostra Signora di Crea (Cascina Serniola) dove trovano ospitalità alcuni sacerdoti, soprattutto non più autosufficienti o avanti negli anni. Poi ancora, la presenza delle Suore di Maria Ausiliatrice a Casale e San Salvatore, di N.S. di Lourdes (Mazzone), delle Suore di S. Antida a San Salvatore, delle Domenicane a Casale e le monache contemplative al Monastero di Albarengo di Montiglio. E’ fuori dubbio che emergono dati di invecchiamento preoccupante dell’età media del clero, difatti l’anno passato registra nessuna ordinazione sacerdotale, mentre si registrano ben sei decessi. In tutta la Diocesi seppur con grande difficoltà di orari e spostamenti non abbiamo alcuna Parrocchia “scoperta a tutti gli effetti” di Parroco o Amministratore parrocchiale e le celebrazioni fondamentali si cerca comunque – si ribadisce con difficoltà – di garantirle con una certa continuità in tutte e singole le Parrocchie, profittando degli orari del sabato pomeriggio e dell’intera domenica. Nei paesi più modesti sono scomparsi molti edifici scolastici, postali ed altri ancora, mentre le Chiese parrocchiali continuano ad operare (anche se non tutti i giorni, che tra l’altro in alcuni paesi sarebbe persino non di utilità) e a mantenere il legame con la popolazione non ultimo un segno di incontro fra le persone. Alcune Chiese sono in ottime condizioni strutturali per il tenace interessamento dei loro pastori e dei loro fedeli, legati alla tradizione ed alla loro amata Parrocchia, o al loro Santuario come Crea e la Madonna del Pozzo, altre invece necessitano di interventi strutturali e manutentivi urgenti.
“Camminare uniti nel bene spirituale del nostro territorio”
Il Cancelliere Vescovile dott. don Davide Mussone, redattore dell’Annuario della Curia Vescovile, constata culturalmente questo: “Negli anni passati vi era una realtà costituita da ogni singola parrocchia con il suo unico parroco titolare “italiano” ed ivi residente e magari anche col vice parroco dedito più all’oratorio, ora la realtà sta cambiando, ossia vi è sempre in ogni parrocchia un responsabile di fronte alla legge denominato “legale rappresentante”, pur tuttavia non risiedendo sul posto ma garantendo comunque tramite lui o altri collaboratori il servizio e la cura pastorale. Diverse delle nostre Parrocchie sono state affidate non più ad un Parroco stabile nel senso tradizionale del termine ma ad un Amministratore parrocchiale che è normalmente anche il legale rappresentante, ma in alcune Parrocchie vi è l’Amministratore parrocchiale che non è legale rappresentante. Mi riferisco soprattutto alle Parrocchie amministrate dai sacerdoti provenienti dai territori di missione, che hanno tutte il supporto legale di uno dei nostri sacerdoti diocesani.
Si tratta di fattispecie giuridiche in piena norma canonica e civile, ma particolari, certamente molto diverse rispetto alla mentalità degli scorsi decenni. Ora, non si può più pretendere di trovare il sacerdote “fisso” in Parrocchia poiché quasi tutti i nostri presbiteri (ed anche anziani!) oltre a tutti gli altri incombenti e delicati impegni debbono seguire almeno tre-quattro Parrocchie per ognuno, estese, lontane, diverse, col grande onere della gestione e salvaguardia delle imponenti Chiese parrocchiali e delle tante cappelle sparse, nonché delle case parrocchiali e pertinenze, oltre che degli oratori. La situazione è piuttosto drammatica, non di disperazione ma seria e preoccupante, i numeri parlano chiaro e si nota un clero anziano, anche molto anziano, ben più della metà! Come percentuale potremmo dire che vi è un prete “valido e pienamente attivo” ogni 3000-3500 persone (dato ancora positivo rispetto ad altre realtà ben più gravi, per non parlare dei paesi di missione…). E poi non è più come negli anni passati, vi sono ottimi laici collaboratori, telefoni e telefonini, auto, strumenti elettronici, che senz’altro giovano ad un maggior governo e servizio pastorale di ogni singola realtà, anche la più piccola. E’ evidente che la chiesa dell’oggi è molto diversa (non nella sostanza ma nella gestione ed organizzazione) da quella del passato. E’ sufficiente consultare i documenti d’archivio e si nota come anche solo 50 anni fa’ i nostri paesi erano molto popolati, giovani, con diverse realtà sociali e lavorative, scuole comprese; ora invece l’innalzamento dell’età e lo spopolamento sono segni molto evidenti, anche se alcuni cittadini hanno mantenuto affettivamente in paese la casa per il fine settimana o le vacanze. Da non dimenticare poi il grande spirito di sacrificio e volontà dei nostri preti monferrini, giovani ed anziani, che se possono, mai si tirano indietro! Cerchiamo di essere comunque ottimisti, di cercare di costruire insieme poiché l’unione fa’ la forza ed arricchisce tutti di esperienze, pur mantenendo salda l’autonomia di ogni singola Parrocchia. Preghiamo per le vocazioni e aiutiamo tutti i nostri sacerdoti, nati qui o altrove che si trovano oberati da molti impegni e non sempre in condizioni di salute ottimali”. Desidera aggiungere una considerazione personale: “Molte cose si possono fare insieme anche nelle Parrocchie. Lo sto sperimentando personalmente, per di più in una delle realtà più piccole dell’intera Diocesi, dove sono nato, ovvero nelle mie tre parrocchie di Villamiroglio, Vallegioliti e Moncestino, nelle quali da ormai otto anni (due Comuni-tre Parrocchie) si celebrano insieme a rotazione in un’unica chiesa parrocchiale tutti i momenti più salienti della vita liturgica, non ultimo le Feste patronali, con l’animazione della cantoria interparrocchiale. Le stesse Prime Comunioni, le Cresime, la catechesi, hanno luogo a Gabiano, nel paese viciniore più grande che ha più potenzialità. Una buona società è quella ben amministrata, ed anche una Chiesa, comunità di credenti, ben organizzata e con punti di riferimento certi e chiari, è senz’altro esempio dinnanzi al mondo che ha sete del Vangelo di Cristo e dove spesso, soprattutto nei paesi, la Chiesa resta ancora un punto importante di riferimento per la nostra gente, dal dialogo, ai sacramenti, alla vita che nasce e che si spegne, all’amicizia ed alla stima, nonché a scambiare anche solo due parole sul sagrato. Anche se si è in pochi, troppo pochi, si può comunque camminare uniti nel bene spirituale di tutto il nostro Monferrato”.