CASALE – Domenica sera una corsa all’ospedale, per una polmonite che non si riusciva a superare: da tempo il Cecco doveva aiutarsi con l’ossigeno. I medici non hanno dato speranze e nella cameretta di terapia intensiva arriva subito lunedì mattina il suo caro amico e Parroco dell’Addolorata don Angelo per confortarlo e dargli i sacramenti di chi è all’ultima stazione del viaggio terreno. Poi qualche piccola speranza: reagisce un po’ ma resta sedato. Infine alle 5,30 del mercoledì si aprono le porte del Paradiso. Aveva 78 anni. Fin dai tempi della scuola con Cecco si era costituita una bella amicizia. Correva l’anno 1958 ed eravamo entrambi al corso dei Ragionieri al Leardi. Lui più avanti di tre anni di me, eravamo nella redazione del glorioso giornalino studentesco “Intervallo”, che allora stampava, col ciclostile del Seminario, la bellezza di 300 copie, tutte vendute in un intervallo che con la complicità del capo bidello Teresio Pelli, detto Fifì durava non 10 minuti ma anche 20, fino all’esaurimento delle copie. Cecco scriveva articoli arguti, simpatiche prese in giro sotto la rubrica: le “Novelle di Gion Boccacce”, ovvero del Cecchello che tratteggiavano simpaticamente studenti e professori. E il professore Totò Guerrera non mancava di comperarne 10 copie da mandare in Sicilia. Ci trovavamo ancora all’oratorio del Duomo, lui artefice di scanzonate buffonate ma poi anche catechista e ancora nei gruppi giovanili della San Vincenzo. Col diploma andò poi a lavorare da Gaiero, apprezzato dipendente, ma poi vinse il concorso ed entrò in ferrovia come capogestione a Santhià e poi a Vercelli. Intanto, nel 1970 si era sposato con Gabriella Noè, sono nati due figli, Lucia e Marco, e ora pensava al 50° con un bel viaggio in Normandia. Andato in pensione, è diventato il segretario fac totum della Parrocchia dell’Addolorata e ha collaborato con intriganti lettere ai giornali cittadini. Ha avuto problemi di salute per un ictus facciale tanti anni fa, poi gli acciacchi della vecchiaia. Nell’ultimo anno non poteva neppure più girare con l’amata bicicletta. È stato un uomo gioioso, cordiale, di bella fede, di amore alla famiglia e di profondi interessi per la comunità civile e cristiana. Con lui parte un treno di ricordi e di preghiere che lo accompagnano in Paradiso. Grazie, Cecco. Addio. A Dio.
don Paolo Busto