CASALE – Domenica 18 dicembre si celebra uno dei momenti più attesi dell’anno per la Comunità Ebraica di Casale Monferrato: è, infatti, il primo giorno di Chanukkah, una delle feste più importanti della tradizione ebraica, ricorrenza che in vicolo Salomone Olper è capace di radunare amici di ogni confessione e da ogni luogo. La gioia è quella di ritrovarsi insieme per celebrare un messaggio di speranza e amicizia, ma non solo, perché a Casale Monferrato la festa esprime, da oltre 20 anni, un peculiare mix tra arte e spiritualità che fa di questo evento qualcosa di unico in Italia. Chanukkah ricorda il miracolo avvenuto nel 164 dell’era antica, dopo la liberazione del Tempio di Gerusalemme dall’occupazione del re siriano ellenico Antioco grazie alla ribellione dei Maccabei. La riconsacrazione dell’altare fu possibile perché l’olio per la lampada rituale durò per tutti gli otto giorni necessari per produrne di nuovo, anche se la quantità sarebbe stata sufficiente solo per uno. Per questo il simbolo della festa è la Chanukkiah, il candelabro a 8 braccia più uno: lo shammash, che serve per accendere le altre, un lume al giorno per 8 giorni e celebrare così il miracolo della luce.
Come le feste di altre religioni che cadono in questo periodo dell’anno, Chanukkah è intimamente legata alla simbologia della luce nel momento in cui le giornate riprendono ad allungarsi dopo il solstizio d’inverno. A Casale il significato è declinato in due modi: il primo è spirituale, perché nel nome della lotta all’oscurità vengono invitati in Comunità i rappresentanti di tutte le fedi presenti sul territorio. Non sono mai mancate delegazioni della Diocesi di Casale, delle Comunità Islamiche, ma anche Cristiani Ortodossi, Avventisti e persino Buddisti. Il secondo significato è culturale: fin dai primi anni ‘90 la Comunità, grazie a Elio Carmi, Emanuele Luzzati, Antonio Recalcati, Paolo Levi e Aldo Mondino, ha cominciato una straordinaria collezione di Chanukkiot che i più grandi artisti internazionali hanno prodotto appositamente e donato alla Fondazione Casale Ebraica ETS che gestisce oggi l’attività del Museo dei Lumi. Oltre 250 pezzi esposti a rotazione nei locali dell’antico forno delle azzime a cui si aggiunge, ogni anno, una nuova opera accompagnata da una mostra personale dell’artista che l’ha realizzata.
Quest’anno le celebrazioni della Chanukkah casalese prenderanno il via alle 16 di domenica 18 dicembre proprio da questo incontro. L’artista scelto per la nuova opera è Arcangelo Sassolino: un artista conosciuto in tutto il mondo. Le sue opere sono partite da Vicenza, dove è nato e lavora, per diventare mostre personali in tutta Italia a poi ancora ad Hong Kong, St. Louis, Francoforte, Hannover, Parigi, Bruxelles, Zurigo fino a Punta del Este in Uruguay. E’ esposto nei più prestigiosi musei dei cinque continenti ed è tra i protagonisti dell’ultima Biennale di Venezia. Il lavoro di Sassolino prende vita dalla compenetrazione tra arte e fisica. Il suo interesse per la meccanica e per la tecnologia si apre a nuove possibilità di configurazione della scultura. Velocità, pressione, gravità, accelerazione, calore costituiscono le basi della sua ricerca sempre protesa a sondare il limite ultimo di resistenza e di non ritorno di congegni che generano vere e proprie “performances inorganiche”. I materiali (spesso di natura industriale: acciaio, gomma cemento…) si animano, si consumano, vivono di contrasti, di forze e di conflitti intrinseci e contemplano anche il rischio del collasso quale parte fondamentale dell’esperienza. Uno stato di tensione, sospensione, imprevedibilità, pericolo e possibile fallimento: aspetti altrettanto ineludibili della condizione umana.
Alla Comunità di Casale troveremo questa filosofia ben riassunta nella mostra “Instabile come la speranza” che si apre in Sala Carmi dove saranno esposte opere scelte per la relazione simbolica e metaforica con il contesto Anche sì anche no e Pressione come forma. I lavori portano in sé un conflitto, una tensione, un’azione che manifesta la contrapposizione ineliminabile che c’è tra qualcosa che pone una forza e qualcos’altro che la subisce e vi resiste, raggiungendo il proprio limite, in continua tensione, ma continuando ad esistere. Nel cuore di questa poetica anche la nuova Chanukkiah per il Museo dei Lumi che promette veramente di sorprendere già dalle dimensioni: quasi 2 metri di altezza, per 9 canne in acciaio che arderanno di vere fiamme alimentate a gas. “Le fiamme reali non vogliono essere un’allegoria o una metafora, ma sono in sintonia con la mia ricerca che ha a che fare con l’aderenza alla realtà. – spiega Sassolino – Il contrasto del colore delle fiamme spicca contro il colore freddo dell’acciaio inox. La mia ossessione è comprimere il tempo nella scultura. Per farlo catturo e tengo sospesi quegli attimi di instabilità propri a ciascun materiale, liberandoli da quella forma chiusa che tutti conosciamo”. Ma la componente di arte visiva non si esaurisce nella mostra personale di Sassolino: per l’occasione il percorso del Museo dei Lumi, nell’ipogeo del forno delle azzime, verrà riallestito con altre opere della collezione, mentre in Sinagoga verranno esposte tre lampade donate nel corso degli anni da Antonio Recalcati, un modo per ricordare e onorare uno dei fondatori del Museo scomparso pochi giorni fa. Infine, alle 17 nel Cortile delle Api, l’aspetto religioso della festa di Chanukkah: l’accensione del Primo Lume con le autorità civili e religiose del territorio chiamate materialmente a compiere il gesto. Per l’occasione non mancano mai neanche i bambini, che si divertono sempre ad accendere tutte le lampade sparse per il cortile in un grande collettivo momento di gioia. L’ingresso alle manifestazioni è libero.
La mostra “instabile come la speranza” sarà visitabile fino al 22 gennaio.
Per informazioni 0142-71807 e www.casalebraica.org.
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