CERRINA – Nelle prime ore del mattino di mercoledì 31 gennaio, in ospedale a Grenoble (Francia) è mancato il dott. Giorgio Negro, fondatore della PATELEC, azienda di Cerrina che negli anni 80 è arrivata ad avere sino ad oltre 400 dipendenti suddivisi tra i tre stabilimenti di Cerrina e quello di Vercelli. Nato a Ciriè il 15-11-1924 negli ultimi mesi era stato colpito da una grave malattia che nelle ultime settimane è peggiorata sino al tragico epilogo. Ebbe una vita avventurosa sin da giovane in quanto nel periodo della occupazione tedesca, dopo armistizio dell’8 settembre, si unì alla “Brigata Partigiana Garibaldi” partecipando alla resistenza nelle valli di Lanzo. In quei frangenti sconfinò in Francia dove a Grenoble conobbe colei che al termine della guerra diventò la sua prima moglie Renèe Poncet (recentemente scomparsa). Negli anni 50, in via Centallo a Torino, fondò la sua prima attività che si occupava della produzione di cavi elettrici e gomma. Successivamente, nei primi anni 60, apri una filiale a Cerrina (paese di origine della mamma Carla Desilvestri). La CEM (Conduttori Elettrici Monferrato) di Cerrina, divenuta successivamente PATELEC-CEM e poi dopo solo PATELEC, arrivò ad occupare sino ad oltre 400 dipendenti, dando lavoro e prosperità a tutta la vallata. Di questi tempi, in cui si parla continuamente di carenza di lavoro, pare incredibile a dirsi, ma negli anni 70, il dott. Negro, per assicurarsi la manodopera nella sua azienda di Cerrina, aveva acquistato tre pulmini che ogni mattino andavano a caricare i suoi dipendenti in tutta la valcerrina, per portarli al lavoro e poi riportarli a casa la sera. A metà degli anni 80 si trasferì in Africa, nello Zaire, ora Congo, dove creò una società di produzione cavi (CAMEZA) successivamente trasformata in società per la produzione di legno e parquet in legno (PARCAFRIQUE). Infine nel 2009 tornò in Italia, vivendo gli ultimi anni della sua vita tra Grenoble e La Thuille. Appassionato di montagna era un bravo scalatore alpino infatti scalò per ben due volte il Kilimangiaro (Tanzania 5895 metri) e lo Ruwenzori (Congo-Uganda 5109 metri) oltre ad aver scalato in precedenza il Cervino ed il Monte Bianco. Lascia la moglie Adelina Brigolin, i figli Claudio con Anna ed il nipote Luca, Federico con Laura e Roberto. Secondo le sue ultime volontà la salma verrà cremata a Chanbery e successivamente l’urna con le ceneri verrà trasferita in Italia, a La Thuile, dove domenica 4 febbraio verrà celebrata la cerimonia funebre in forma privata.
Pier Carlo Cavallo