CASALE – Casale perderà anche il «Mercatino di Forte dei Marmi»? Speriamo di no. Sarebbe l’ennesimo segnale negativo per una città che sta diventando sempre più priva di servizi e di appeal turistico, nonostante le ambizioni dichiarate insistentemente dall’Amministrazione in questi giorni per la candidatura a Capitale della Cultura. Casale, su iniziativa di privati, è stata una delle prime città ad ospitare nel Piemonte orientale questa fiera-mercato, riscuotendo un grande successo. Basti pensare che la seconda edizione richiamò in città circa 7 mila presenze. Un risultato che non è passato inosservato e che ha spinto altre città come Asti, Alessandria, Vercelli e Novara ad accaparrarsi questo evento che dura un solo giorno, e che richiama una cinquantina di espositori (per la maggior parte di abbigliamento) della nota città toscana. A Casale le due edizioni si sono svolte in piazzale Pia, riqualificando un’area della città solitamente riservata solo ad un anonimo parcheggio, e ravvivando per una giornata la città. L’anno scorso, però, nonostante tutti vogliano accaparrarsi questa fiera-mercato, che ha un calendario fittissimo, noi ce la siamo fatti scappare. A causare l’esclusione della Capitale del Monferrato dal circuito, sarebbe stata la poca risolutezza dimostrata dall’Amministrazione comunale e in particolare dal Vice Sindaco Angelo Di Cosmo. Il dubbio che sorge è che abbia dovuto rispondere alla pressione esercitata da alcuni commercianti a discapito di altri. La domanda invece è: una Amministrazione che ambisce a diventare Capitale della Cultura, può essere ostaggio di piccole lobbies cittadine? “Non capisco perché a Casale non si possa fare questo mercato, nonostante il grande successo che ha riscontrato nelle passate edizioni – ha detto Gino Bianco, titolare del Bbar e promotore dell’evento – Casale non può continuare a chiudersi nel proprio guscio ma aprirsi a questo tipo di iniziative se vuole dare una svolta e invertire il triste declino che sta subendo”.