CASALE (m.b.) – Commozione anche in Monferrato per la scomparsa dell’artista Ezio Bosso. Il pianista e compositore nato a Torino e noto in tutto il mondo fu protagonista, il 16 gennaio 2016, di un concerto straordinario dal titolo “The 12th Room”, al Teatro Municipale, realizzato grazie alla Fondazione Piemonte dal Vivo e la città di Casale Monferrato.
Innovativo e raffinato, Ezio Bosso è considerato uno dei compositori e musicisti più influenti della sua generazione. “C’è una teoria antica che dice che la vita sia composta da dodici stanze. Sono le dodici in cui lasceremo qualcosa di noi, che ci ricorderanno -dichiarò Ezio Bosso-. Dodici sono le stanze che ricorderemo quando passeremo l’ultima. Nessuno può ricordare la prima stanza perché quando nasciamo non vediamo, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo. E quindi si può tornare alla prima. E ricominciare”.
Racconta Daria Carmi, che nel 2016 era assessore alla Cultura e alle Manifestazioni e inserì il concerto nella stagione teatrale: “Ezio Bosso è stato e sarà per sempre un Maestro. Dal punto di vista musicale il suo contributo è stato assoluto, a prescindere dalla storia di vita personale. Ezio Bosso ha partecipato alla scena contemporanea della ricerca nel campo della composizione musicale classica ed è stato innovatore anche rispetto al ruolo della musica nella società d’oggi. A lui si devono sperimentazioni in tutte le fasi della produzione musicale: la composizione appunto, ma anche il rapporto con il pubblico, la modalità di fruizione, la formazione all’ascolto, la relazione fra orchestra e direttore.
Come uomo ci lascia insegnamenti altrettanto vivi e ancora da cogliere: la sua forza era l’amore per la vita, a prescindere dalla sua forma.
Ha sempre posato una sguardo lucido e severo senza mai accettare sconti, il suo sorriso era contagioso e incoraggiante”.
Come eravate giunti alla scelta di Ezio Bosso al Municipale? “In quel periodo si pensava alla città, al turismo, a un pensiero di città matura nell’essere contemporanea a tutti i livelli, pensando a un turismo accessibile a tutti – ci racconta Daria -. A Casale Monferrato il suo è stato un ritorno, perché la madre di Ezio Bosso era di Balzola, ed in sala c’erano familiari e amici di sempre. Il concerto è stato un appuntamento dalle mille sfaccettature. Non ultimo il senso dell’importanza di migliorarsi continuamente. Il nostro bellissimo teatro infatti ha la platea completamente accessibile e siamo preparati ad accogliere qualsiasi tipo di pubblico. Ma il palco e i camerini no. Ricordo il suo sorriso sfidante e un po’ provocatorio mentre veniva portato su dai gradini in braccio. L’imbarazzo non era il suo, piuttosto il mio, di non essere alla sua altezza. Per accedere dal palco ai camerini Fabrizio Scagliotti aveva costruito una pedana in legno colmando un’altra fragilità. Ezio Bosso, col suo atteggiamento, ti costringeva a migliorarti. Anche questo fa parte della sua eredità. Il suo essere artista sta in questo, nella perfetta aderenza fra qualità professionale ed etica umana”.
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