CASALE – Il bilancio in perdita ripianato con una cambiale internazionale. Un amministratore esautorato (forse in modo carbonaro) perché si sarebbe opposto a questo tipo di operazione contabile. Un’assemblea soci convocata e «saltata» per l’assenza del socio di riferimento. Una situazione finanziaria che, mai quanto in questi mesi, appare compromessa. Scadenze non onorate, fornitori non pagati. Una perdita che, entro fine stagione, potrebbe superare il milione di euro. Basta l’analisi degli ultimi eventi occorsi in casa nerostellata per capire che la situazione è scivolata nel più completo caos. A pagarne le conseguenze maggiori sono i calciatori ed i dipendenti del Casale Calcio: una cinquantina di persone che non vede lo stipendio dall’anno scorso. E considerato che non parliamo di cifre da serie A, diversi avranno il problema di mettere insieme il pranzo e la cena. La situazione non sembra sanabile. Anche la parte casalese che detiene una percentuale minore della Casale Communication & Marketing, la società che controlla il Casale Calcio s.r.l., sembra impotente e preoccupato dalla gestione Di Stanislao. Qualcuno penserà che se la sono cercata già quando hanno avvallato l’arrivo di Goveani, ma questo non è il momento delle polemiche, ma è quello della ricerca delle soluzioni. Il futuro ormai sembra segnato, la strada verso un fallimento già intrapresa. Alla fine pagheranno gli ultimi: i giocatori che dovranno sperare nel fondo di garanzia della FederCalcio (perennemente in perdita), i tifosi ed i cittadini di Casale che potrebbero non veder più indossare la maglia nerostellata. E allora intervenga lo Stato, in tutte le sue forme. Intervenga il Comune di Casale che si era fatto garante in qualche modo dell’operazione Goveani. Lo faccia il Sindaco in prima persona se serve. È legittimato a farlo perché deve proteggere un «monumento» della Città, perché da sempre l’Amministrazione Comunale scende a fianco dei dipendenti senza stipendio. Intervenga come pubblico ufficiale, come rappresentante dello Stato: solleciti la Procura della Repubblica o la Guardia di Finanza perché verifichi che le operazioni svolte tra i muri di via Trevigi siano lecite. Qualcuno faccia qualcosa prima che sia troppo tardi, prima che sul cancello dello Stadio «Natale Palli» appaia il cartello «chiuso per sempre».
IL CORSIVO
LA CAMBIALE? NON È NOSTRA: «Non abbiamo rapporti diretti. È un nostro distributore»
Dario Calemme