CASALE – La farsa nerostellata si è arricchita di un nuovo atto. Dopo l’ennesimo rinvio dell’assemblea soci, richiesta dal gruppo casalese di minoranza, per l’assenza del socio di riferimento, il giovanissimo Andrea Di Stanislao (figlio del ben più noto Paolo, indagato per bancarotta fraudolenta sul caso Lanciano), la situazione si fa sempre più difficile ed ombrosa. Quello che c’è di certo è che non c’è più un euro e che la nuova proprietà subentrata a Goveani, non ha ancora speso un centesimo (né ha intenzione di spenderne). Con questo tipo di scenario la strada verso la liquidazione od il fallimento sembra inevitabile. Per tutelare gli interessi del club, il neo amministratore unico, l’avvocato Domenico Falanga che è subentrato all’esautorato Matteo Dellera, ha deciso di intraprendere tutte le iniziative legali possibili per recuperare i crediti del Casale Calcio. Di cosa si sta parlando? Di quanto deve ancora versare il Gruppo Foppiani (cornuto e maziato) secondo gli accordi di sponsorizzazione presi, e di quanto era di competenza del notaio Goveani. Tutti dovranno mettere mano al portafoglio, in poche parole, tranne chi oggi è il proprietario del Casale, come ammesso dallo stesso Falanga che ha dichiarato che Di Stanislao «non dispone di denaro da versare nelle casse del club». Inoltre il nuovo Amministratore Unico ha ammesso che l’ex proprietario del Lanciano avrebbe dovuto prestare più attenzione al bilancio al 31 dicembre 2012 del club di via Trevigi. Anche perché sul club pendeva già un’istanza di fallimento per un debito non onorato di poco più di trentamila euro. Staremo a vedere, nel frattempo i tifosi si aspettano una risposta da chi, ad inizio anno, in qualche modo aveva garantito per il notaio torinese. Con questo tipo di scenario è inevitabile iniziare a pensare al futuro. In attesa di riscontri ufficiali, sembrerebbe che tra i corridoi torinesi di via Volta (la sede regionale della FederCalcio) non ci sia molta predisposizione ad ammettere l’eventuale Casale Calcio resuscitato in Eccellenza. Già a causa dell’Acqui il campionato è stato aumentato a 18 squadre e difficilmente sarà ammessa una diciannovesima. Più probabile quindi l’ammissione in Promozione, che sarà comunque concessa dietro il pagamento di una penale di circa 100 mila euro.
Dario Calemme