“Quest’anno produrre grano costa agli agricoltori italiani 400 euro ad ettaro a causa dell’impennata dei costi energetici che si riflette a cascata dalle sementi al gasolio fino ai fertilizzanti”.
Così il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco nell’evidenziare la necessità di interventi per aiutare le imprese rispetto a rincari ormai insostenibili, a partire dal settore cerealicolo che rappresenta uno dei simboli della situazione di difficoltà in cui versa l’agricoltura nazionale.
Le sementi di grano duro registrano un balzo di almeno il 35%, mentre i chicchi di grano tenero hanno subito un incremento del 15% secondo stime Coldiretti su dati di Consorzi Agrari d’Italia. Ma se si prendono in considerazione i carburanti si arriva a rincari di circa il 50%, con un aumento dei costi ad ettaro delle operazioni agromeccaniche che oggi viene stimato in circa 10-15%.
L’impennata del costo del gas, dovuta ai problemi riscontrati con i Paesi esportatori, fa schizzare poi i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%), il fosfato biammonico Dap raddoppiato (+100%) da 350 a 700 euro a tonnellata, mentre prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano +65%.
“A questo occorre aggiungere l’aumento del costo dei fitosanitari, ora indicativamente del 10-15% che, in primavera, porterebbero un ulteriore sussulto, con un atro +15% secondo Coldiretti. Il risultato è che le quotazioni attuali del grano, salite a oltre 50 euro a quintale, non andranno paradossalmente a coprire i costi di produzione. E se negli altri paesi produttori, Canada in testa, si dovesse verificare un aumento dei raccolti e, conseguentemente, una diminuzione delle quotazioni, la situazione potrebbe addirittura peggiorare”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.
Ad incidere sono il prezzo del carburante, praticamente raddoppiato nel giro di pochi mesi, il costo dell’energia e i rincari di vetro (+15%) e carta (+70%) necessari per imbottigliamento e confezionamento.
In provincia di Alessandria ricordiamo che sono circa 34.000 gli ettari di grano coltivati, frumento tenero in particolare, per una produzione media di 2,5 milioni di quintali mentre per il mais la superficie è pari a 18.689 ettari per una produzione in quintali pari a 2.336.125, la soia ricopre invece 3.500 ettari, su circa 20mila a livello regionale, impiegata soprattutto in ambito zootecnico.
E non c’è pace neppure per il pomodoro. Sulla produzione di polpe, passate e sughi di pomodoro pesano, invece, i ritardi nella definizione di un accordo quadro per il 2022 fra produttori e industriali che è fondamentale considerato proprio l’aumento senza eguali dei costi di produzione per le imprese agricole costrette ad affrontare esborsi vertiginosi per tutte le operazioni colturali. In mancanza dell’intesa sui prezzi le imprese agricole non possono permettersi di programmare alla cieca l’avvio delle operazioni colturali.
Ricordiamo che la produzione di pomodoro per la provincia di Alessandria nel 2021, secondo rilevazioni dati Istat, è stata in totale di 1.888.600 quintali suddivisi in 29.400 destinati al consumo fresco e 1.859.200 destinati alla trasformazione.
“Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle anche combattendo le pratiche sleali nel rispetto della legge che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione”, ha concluso il Presidente Mauro Bianco.
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