CASALE (a.b.) – Sono in media 100 ogni mese le persone che hanno avuto un colloquio con i 20 volontari del Centro di Ascolto della Caritas diocesana da quando ha aperto lo scorso 16 marzo in via Trino. Un numero che va al di là delle aspettative iniziali e che testimonia ancora una volta come la crisi economica stia mordendo anche nella nostra realtà monferrina.
A fornire alcuni dati relativi all’attività svolta in questi mesi dal Centro di Ascolto è stato don Marco Calvo, Direttore della Caritas Diocesana. Sono 242 i nuclei famigliari assistiti, il 68% dei quale è di nazionalità italiana. Diversi i bisogni manifestati, primi fra tutti il pagamento delle bollette per le utenze; seguono poi la richiesta di lavoro e i problemi legati alla casa. Su quest’ultimo punto don Calvo ha voluto evidenziare come «in città gli alloggi popolari non siano più una risposta sufficiente alla richiesta abitativa. Per questo motivo l’idea allo studio è quella di chiedere a chi è proprietario di più alloggi di metterne a disposizione qualcuno ad affitti calmierati, garantiti dalla Caritas. Un modo per rendere la solidarietà un fatto privato e non solo pubblico».
La Caritas Diocesana coordina al momento interventi che spaziano in diversi settori: il guardaroba in via Trino 21 gestito dalla San Vincenzo e aperto tutti i martedì pomeriggio, la raccolta e lo smistamento di mobili ed elettrodomestici usati, il sostegno alle parrocchie nella distribuzione di una borsa viveri consegnata mensilmente a 650 nuclei famigliari. E poi molti progetti tra cui “Storie intrecciate”, il laboratorio artigianale per la lavorazione del midollino coordinato da Silvia Meda che, con Rosa Locati, è responsabile del Centro di Ascolto. Qui, in collaborazione con l’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e del lavoro, si svolgono anche attività di consulenza e accompagnamento al microcredito e un servizio per la rinegoziazione dei debiti.
Con il 2014 partirà anche l’esperienza dell’orto sociale che sarà realizzato appena fuori Oltreponte (zona Gaiero) su un terreno che il Comune dovrebbe mettere a disposizione in comodato: l’obiettivo è quello di far produrre, a famiglie di varia estrazione sociale, frutta e verdura per l’autoconsumo favorendo anche l’integrazione. Contemporaneamente si cercherà di attivare Centri di Ascolto nelle Unità Pastorali, in modo da coprire tutto il territorio diocesano.