La British Invasion negli USA e poi in tutto il mondo, iniziò poco prima della metà degli anni 60. L’emigrazione del rock and roll, con appresso il blues e lo swing, dagli USA alla Gran Bretagna, segnò una vera rivoluzione del rock su scala mondiale. Nasce la “Musica beat” con i Beatles come gruppo di punta. Furono proprio loro i primi a “invadere” gli States e sull’onda del loro successo si portarono appresso altri gruppi, Rolling Stones, Kinks, Animals, Hollies, Searchers, Troggs, Herman’s Hermits. Poi ancora a scalare le classifiche americane Petula Clark, The Dave Clark Five, Donovan, Peter and Gordon, Manfred Mann, Freddie and the Dreamers, Wayne Fontana and the Mindbenders. I primi passi compiuti dai Blues Incorporated di Alexis Korner ispireranno gli Animals e gli Stones ma anche i Cream che fecero parte della seconda parte dell’ondata con Who, Procol Harum, Yardbirds (nelle cui fila han militato tre fra i migliori chitarristi di tutti i tempi: Eric Clapton, Jeff Beck e Jimmy Page), Zombies. Successivamente seguirono altre “invasion” come quella progressive con Pink Floyd, King Crimson, Yes, Genesis, E.L.& P., Jethro Tull. Negli anni 80 vi fu un’ulteriore ondata con le bands del genere New Wave (post punk) e Synth Pop. Human league e Soft Cell a fare da apripista, la punta di diamante Duran Duran, poi Billy Idol, Bonnie Tyler, John Waite, Robert Palmer, Bananarama, Culture Club, Eurythmics, Def Leppard, Big Country, Simple Minds, Wham, Dire Straits, Tears For Fears, John Parr, Psychedelic Furs. Altra invasione verso la metà degli anni 90 con Spice Girls, Oasis, Blur, The Verve. Ultima invasione nei 2000 quando artisti R&B e soul britannici come Amy Winehouse, Joss Stone, Duffy, Natasha Bedingfield, Florence and the Machine, Adele, Jessie J, Leona Lewis, Jay Sean e Taio Cruz riscossero un enorme successo e dominarono le classifiche statunitensi.
LA VITA CASALESE PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI ALL’EDITORIA.
“La Vita Casalese”, tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.