RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
CASALE – Sulla Gazzetta Ufficiale del 6 giugno 2020 è stato pubblicata da INAIL la “Revoca dell’avviso pubblico ISI 2019 – Finanziamenti alle imprese per la realizzazione di interventi in materia di salute e sicurezza sul lavoro.” Il provvedimento è in applicazione del comma 5 Art. 95 del DECRETO-LEGGE 19 maggio 2020, n. 34 dal titolo “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”.
Già dal titolo si comprende la motivazione addotta dal legislatore, che ha dirottato i finanziamenti relativi al Bando ISI 2019, che prevedevano anche il finanziamento di lavori per la BONIFICA dell’AMIANTO, per sostenere le aziende al fine di realizzare modifiche che permettano il lavoro in sicurezza rispetto al contrasto dell’epidemia di COVID-19.
Il solo asse di finanziamento rimasto attivo è quello relativo all’agricoltura.
Nessuno discute l’importanza del contrasto all’epidemia di Coronavirus, tuttavia, riteniamo che la decisione di dirottare i finanziamenti destinati alla Bonifica dell’Amianto rappresenti una scelta discutibile che avrà come effetto quello di rallentare l’attività di bonifica amianto provocando la mancata riduzione del rischio amianto.
Tale provvedimento va nella direzione opposta a quanto il Governo proprio in questi giorni sta inserendo nel programma “Progettiamo il rilancio del Paese”.
Al titolo Sostenibilità Ambientale, per avere un paese più verde e sostenibile, il menu degli interventi nel campo del risanamento ambientale punta su bonifiche e progetti “Aria Pulita”.
La qualità del Bando ISI-INAIL è quella di incentivare la rimozione di materiali contenenti amianto dai luoghi di lavoro. (65% a fondo perduto fino a 130.000 euro di contributo).
Far decadere tali interventi va in palese contrasto con la filosofia di rilancio delle politiche ambientali nel nostro paese.
Togliere oggi, per poi ridare domani è oggettivamente incomprensibile.
Abbiamo già denunciato che fra i danni collaterali dell’epidemia di Coronavirus, c’è quello che subiscono i lavoratori esposti all’amianto direttamente in quanto si tratta di soggetti più a rischio in quanto portatori di danni all’apparato respiratorio, e indirettamente perché tutti i programmi di cura, sorveglianza sanitaria e di prevenzione primaria attraverso le bonifiche hanno subito rallentamenti e blocchi dell’attività. Ciò non fa altro che aumentare il rischio amianto per gli ex esposti e la popolazione generale.
Le Associazioni AFeVA Casale Monferrato, Emilia-Romagna, Sardegna e l’Associazione Vittime Amianto di Napoli sono impegnate a rimuovere tutti gli ostacoli ed a riprendere tutte le attività interrotte.
Chiediamo inoltre, nell’ambito degli investimenti da programmare per la ripresa economica, di prevedere misure straordinarie per le bonifiche dell’amianto, per il rafforzamento delle attività di ricerca sul mesotelioma e di rafforzamento del sistema sanitario pubblico.
Naturalmente non possiamo non ricordare tutti/e quei lavoratori che in questi mesi, pagando un caro prezzo, si sono impegnati per la cura e il contrasto all’epidemia di Coronavirus.
AFeVA Casale Monferrato, AFeVA Emilia-Romagna, AFeVA Sardegna, Associazione Vittime Amianto di Napoli