VILLANOVA – Praticamente la totalità dei 150 lavoratori che, direttamente o per indotto, sono coinvolti nella crisi Bauli-Bistefani, hanno partecipato, la scorsa settimana, al picchetto di due ore organizzato davanti allo stabilimento di Villanova. Nei giorni successivi gli enti e le istituzioni si sono incontrati nuovamente per stabilire una linea da tenere con la proprietà che, tuttavia, non sembra intenzionata (almeno ad ora) a fare un passo indietro, con il concreto rischio di chiudere lo stabilimento. Una decisione che sembra stata assunta già molto tempo fa, con alcune scelte strategiche che, riviste sotto la luce odierna, appaiono preparatorie all’attuale situazione di crisi. Politiche aziendali che con il senno del poi si sono dimostrate fallimentari, come l’abbandono della produzione di prodotti delle linee da “ricorrenza” (panettoni e colombe) a marchio Bistefani, per poi ricorrere a toppe peggiori del buco, sono solo un esempio delle ultime scelte aziendali. Giovedì mattina alla Bistefani, in prima linea con i lavoratori e le rappresentanze sindacali, al di la dei colori politici, c’era solo il vicepresidente del Consiglio Comunale, Federico Riboldi (Fratelli d’Italia). «Tre anni fa questa azienda venne in Comune a Casale promettendo investimenti e affermando che non era un gruppo industriale che acquistava stabilimenti per chiuderli. Oggi invece ci troviamo di fronte ad imprenditori spregiudicati che buttano in mezzo ad una strada e lasciano sul lastrico 150 famiglie. 120 addetti diretti dell’azienda e 30 dell’indotto che quindi sono privi di tutele. Questo non è un modo di fare impresa responsabile. A questo modo di fare noi ci ribelleremo con ogni mezzo».
MA L’AZIENDA HA GIA’ DECISO E PROPONE INCENTIVI
CASALE (d.c.) – In Confindustria si parla d’incentivi e rimborsi per il trasferimento dei dipendenti a Castel d’Azzano, in provincia di Verona, ma non sembrano esserci spiragli per tenere aperto lo stabilimento di Villanova. I due giorni di sciopero, il picchetto davanti la fabbrica ed agli uffici provinciali degli industriali, non sono serviti per far tornare la Bauli sui propri passi. La nota azienda dolciaria ha deciso di far pagare ai dipendenti monferrini, i molteplici errori strategici compiuti in questi ultimi anni, staccando definitivamente la spina agli storici stabilimenti della Bistefani. Questa mattina a Casale, ci sarà un altro incontro in municipio, al quale parteciperà anche la proprietà che sarà rappresentata dall’Amministratore Delegato Stefano Zancan. La speranza, anche se è solo più un lumicino, è quella che la Bauli, sotto la pressione di Enti ed istituzioni, faccia un passo indietro e mantenga aperti gli stabilimenti, consentendo così ad oltre 150 persone di non perdere il posto di lavoro. Ma non sembra questa la strada che l’azienda di Verona vuole proseguire. Nell’incontro in Confindustria, il Gruppo ha offerto ai lavoratori che si vorranno trasferire a Castel d’Azzano, un bonus di 800 euro netti mensili, per un anno, come rimborso per le spese di trasferimento e per l’affitto di un appartamento in terra veronese.