CASORZO – È ormai noto come Bialbero di Casorzo, due in uno, il gelso che ospita sulla sua sommità un albero di ciliegio che ha messo radici nel suo tronco semi-cavo, crescendo in buona salute. Lo si può ammirare dal vero e precisamente sulla strada che unisce Casorzo e Grana, nella provincia di Asti in Piemonte, si tratta di un ciliegio nato letteralmente sopra un gelso, due alberi differenti che si sono uniti in un unica anima.
Quello che è successo è un caso “estremo” di crescita parassitaria dell’esemplare di ciliegio, che – a quanto pare – neanche i contadini e gli abitanti della zona sanno spiegarsi in modo scientifico. In realtà, gli alberi che crescono da “parassiti” su altri albero non costituiscono un fatto insolito, ma normalmente non raggiungono le dimensioni e la durata della vita del Bialbero di Casorzo. In quesi casi si parla di piante epifite, ovvero di specie che vivono su piante altre, di solito usate come sostegno e non per procurarsi il nutrimento.
In realtà le piante epifite, che sono tutte quelle specie di piante che vivono su altre piante, sono di piccole dimensioni e di vita breve perché non hanno sufficiente humus e spazio a disposizione per crescere. Sono ad esempio felci, muschi, licheni o altri organismi sessili e utilizzano la pianta ospitante più che altro come un semplice sostegno e non sicuramente per procurarsi il nutrimento, inoltre di solito si trovano soprattutto nelle foreste tropicali e subtropicali.
Si potrebbe trattare di semi di ciliegio lasciati sulla sommità del gelso da piccoli animali o uccelli che, grazie alle piogge e alle condizioni ambientali favorevoli, sono riusciti a crescere dando vita alla pianta che, adattandosi, ha preso forma in un ciliegio di oltre sei metri, che si innesta su un gelso di cinque. In estate quando entrambi sono ricoperti di foglie è quasi difficile distinguere le due piante, ma in primavera la magia delle fioriture differenti fa spiccare un ciliegio vitale e maestoso sorretto da un altrettanto gigante che sembra quasi abbracciarlo.
Lo spettacolo naturale è diventato, negli anni, un’attrazione per migliaia di turisti e curiosi; una prova della potenza e delle capacità di adattamento della natura che arricchisce il paesaggio piemontese di un elemento vegetale atipico. E’ incredibile come queste due piante siano riuscite a crescere e a prolificare così tanto senza che nessuna delle due perisse, un’unione che fa davvero la forza, solo la natura può creare simili bellezze e simili unioni senza distruggere.