Bar e ristoranti in Piemonte dovrebbero riaprire il 25 maggio, ma ad attenderli ci sarà una novità: il tanto temuto protocollo Inail contenente le norme di sicurezza anti-contagio disposte dall’Inail per la riapertura delle attività ristorative, ma a poche ore dalla sua verbalizzazione, sono cascate una miriade di polemiche, critiche e denunce. Gli esercenti, ansiosi di riaprire, si sono trovati nuovamente il bastone tra le ruote: il protocollo Inail, infatti, prevede, misure rigide di riorganizzazione dei tavoli distanziati di almeno 2 metri l’uno dall’altro e bisognerà rispettare lo spazio di 4mq per ogni cliente. Ciò vuol dire che un ristorante di 80mq potrà contenere solamente 20 clienti. Il tutto senza avere la possibilità di ridurre il personale, vista la moratoria sui licenziamenti. Inoltre, sono vietate le aree condivise, screditati gli spazi chiusi, bannati i menu cartacei e per prendere le ordinazioni servirà lo smartphone.
Secondo i dati forniti dalle associazioni di categoria solo il 40% di bar e ristoranti potrà riaprire a queste condizioni, mentre 6 attività su 10 rimarranno chiuse per l’insostenibilità delle misure da adottare.
I ristoratori sono preoccupati in quanto la convinzione generale è che al ristorante per diverso tempo non andrà più nessuno. A questo punto secondo molti addetti ai lavori sarebbe meglio puntare sul servizio a domicilio. I clienti in casa propria, infatti, non avrebbero tutte le restrizioni imposte nei locali.
L’unica semplificazione per ora riguarda il take away in Piemonte: da lunedì non si dovrà più prenotare prima di ritirare il prodotto nei bar e nelle gelaterie. Il sistema di prenotazione resterà solo per la consegna a domicilio. Cosa comporta tutto ciò? Che se voglio prendermi un croissant o un cono gelato passeggiando posso farlo, ma da solo e non con gli amici, e una volta finito dovrò rimettermi la mascherina.
Pier Carlo Cavallo
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