CASALE – L’Asta Cerutti va alla Bobst. Sarebbe risultata decisiva l’offerta di 7 milioni, rispetto ai 6 milioni e 900 mila del gruppo Rinascita, la cordata di Marco Drago, Diana Bracco, Ernesto Pellegrini e Franco Goglio, assistititi dall’avvocato Paolo Montironi, e che vedeva anche la partecipazione di Invitalia attraverso il Fondo Salvaguardia Imprese. In un comunicato gli imprenditori di Rinascita Seconda S.r.l. si dicono “Profondamente dispiaciuti per l’esito della gara, anche in considerazione del fatto che le attività della storica azienda Cerutti rischieranno di disperdersi all’interno di un gruppo straniero con gravi conseguenze per il tessuto sociale ed economico del territorio. Il bando di gara, per come è stato concepito e strutturato, non teneva conto della valenza sociale e degli aspetti occupazionali dell’offerta di Rinascita Seconda S.r.l. La cordata di imprenditori italiani, infatti, ha presentato un’offerta che prevedeva l’assunzione a tempo indeterminato di un numero di dipendenti doppio rispetto a quanto stabilito dal bando (61, con possibilità di ulteriori assunzioni nell’arco del piano industriale) e superiore rispetto all’offerta del concorrente. L’offerta, inoltre, prevedeva che la ripartenza dell’impresa avvenisse nello storico stabilimento di via Adam a Casale Monferrato. La proposta di Rinascita Seconda s.r.l. avrebbe avuto una forte valenza sociale perché incentrata sul rilancio di Cerutti come entità autonoma e indipendente in grado di creare valore per la comunità attraverso gli investimenti che sarebbero stati realizzati in caso di assegnazione”.
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