Nutraceutica
a cura di Elia Ranzato e Simona Martinotti, biologi
COLOMBA PASQUALE
A Pasqua, la colomba vola sulle tavole degli Italiani come simbolo universale di Pace e Purezza. Sembra infatti che la colomba (intesa come pan dolce preparato con farina, lievito, zucchero, uova e burro) abbia origini antichissime. Ma come è nato uno dei dolci tradizionali più consumati durante la festività pasquale? Come molte ricette famose della nostra tradizione, una spiegazione leggendaria e una storica.
La leggenda narra che durante l’assedio di Pavia, il re longobardo Alboino si vide regalare da un artigiano una colomba dolce come richiesta di pace. Il pane dolce risultò così gradito al sovrano da spingerlo a risparmiare la città e gli abitanti.
Secondo un altro racconto della tradizione lombarda, il primo artefice del dolce fu San Colombano, celebre monaco irlandese che fondò numerosi monasteri in tutta Europa. Questo sant’uomo giunse alla corte dei sovrani longobardi, i quali lo invitarono ad un pranzo fastoso. La regina Teodolinda fece preparare una montagna di leccornie e carni appetitose, ma San Colombano non voleva trasgredire l’astensione dalla carne comandata in tempo di Quaresima. Per superare l’imbarazzo della situazione, il monaco accettò dunque di consumare il pasto dopo aver benedetto le portate. Quando l’uomo impose le mani però, i piatti di carne si trasformarono in bianche colombe di pane!
Ma l’invenzione e commercializzazione della colomba di Pasqua così come la conosciamo oggi avvenne intorno al 1930 a partire da un’idea del pubblicitario Dino Villani che lavorava per una nota azienda dolciaria milanese e che pensò di lanciare sul mercato un dolce tipico per Pasqua, risparmiando. Pensò infatti di “riciclare” lo stesso impasto dei panettoni e i macchinari utilizzati per la produzione del dolce natalizio. L’innovazione del dolce fu la sua forma (quella di colomba, da sempre simbolo pasquale) e la superficie rivestita con glassa all’amaretto e mandorle. Inutile dire che fu un successo!
Nel 2005 il Ministero ha stabilito gli ingredienti che non devono mancare in una “vera” colomba. Per esempio deve contenere burro e non altri tipi di grassi, deve essere prodotta con determinati tempi di cottura e ricoperta con un tipo particolare di glassa, che può essere diversa a seconda delle varianti. Se non soddisfa tutte queste direttive ministeriali il dolce non può essere commercializzato come “colomba” ma solo come “dolce pasquale”.
La colomba pasquale è un dolce abbastanza calorico e soprattutto ricco di zuccheri. In più apporta una buona porzione di acidi grassi saturi e colesterolo e, pertanto, sarebbe opportuno limitarne il consumo alla ricorrenza pasquale frazionandolo in porzioni che non dovrebbero superare le 200-250 calorie, quindi i 60-80g per ogni fetta.