CASALE (c.p.) – Ennesima effrazione negli edifici abbandonati di Oltreponte. Dopo la casa cantoniera e la casa di proprietà delle Poste, adesso alcune famiglie Rom si sono insediate abusivamente nell’edificio alle spalle del distributore Erg di via Adam. La palazzina fa parte dell’area dismessa un tempo proprietà di Gaiero, da qualche giorno alcuni abitanti hanno notato movimenti strani dentro e fuori lo stabile e la conferma è arrivata durante la notte quando la palazzina è apparsa “magicamente” illuminata dall’interno. “Non è possibile che queste persone facciano ciò che vogliono nel nostro quartiere – afferma un commerciante esasperato – dopo i giardini, adesso anche le aree dismesse sono diventate di proprietà dei Rom. Non hanno il concetto di rispetto. Anche se gli edifici sono abbandonati, non sono comunque di loro proprietà”. “Speriamo in un intervento tempestivo delle Forze dell’Ordine – prosegue – Anche perché come fanno ad avere la corrente elettrica? A quale generatore si sono allacciati?”. La Polizia Municipale sta monitorando la situazione: “L’area è privata e i proprietari devono avviare le procedure legali. I Rom sono già stati identificati e fanno parte sempre dei ‘soliti noti’, gruppi di famiglie sfrattati da altri alloggi che si sono rifugiati nella palazzina – hanno affermato i vigili – tra questi anche alcuni bambini piccoli”. Una situazione, quella dei Rom, diventata sempre più insostenibile da parte di Oltreponte. Durante la sua storia il quartiere ha sempre accolto le comunità straniere (Albanesi, marocchine, rumene) ma con i Rom i problemi sono all’ordine del giorno. L’elemento spiacevole è l’uso strumentale dei bambini per ottenere tutela. L’amministrazione comunale nella persona del sindaco Giorgio Demezzi ha sempre divagato sull’argomento facendo promesse “da marinaio”, in uno degli ultimi incontri con gli abitanti di Oltreponte infatti, aveva promesso di muoversi in prima persona per trasferire le famiglie dalle case popolari di via Cabiati in altri alloggi, da allora invece i Rom sono aumentati. Alcuni abitanti chiedono inoltre: “Perché i servizi sociali non intervengono? Le condizioni della palazzina non sono igenicamente e strutturalmente adeguate per vivere e far crescere dei bambini”.