CASALE – Gli eventi alluvionali che hanno interessato il nostro territorio sono stati tema per l’incontro pubblico svoltosi venerdì sera presso la sala Parrocchiale di Oltreponte.
Un’idea promossa dall’alleanza civica Casale, Davvero. Un’occasione per fare memoria, ma anche per analizzare la situazione presente e le previsioni future sulla sicurezza idrogeologica dell’area casalese. Nelle quasi 3 ore di dibattito sono state molte le testimonianze portate da chi ha vissuto sulla propria pelle la drammaticità di un alluvione, sia come amministratore pubblico che come semplice cittadino. Ognuno ha alternato il ricordo personale dei fatti a ragionevoli proposte per ovviare a futuri accadimenti analoghi. Tra i ricordi più significativi della serata l’esperienza di Emanuela Quirci sindaco di Motta De Conti Comune colpito nel 2020 da un alluvione che coinvolse 66 famiglie.
“Ricordo quando l’argine si è rotto di essermi trovata lì, con l’acqua che arrivava ed è stata una sensazione tremenda perché mi sono sentita totalmente inerme di fronte ad una situazione per la quale non avevo nessuno che potesse aiutarmi” ha spiegato Emanuela evidenziando quanto un evento simile possa essere difficile da gestire per una piccola realtà amministrativa com’è il Comune di Motta de Conti anche dopo l’emergenza. Delle 66 famiglie colpite solo 26 hanno deciso di attivare le pratiche per ottenere i rimborsi e tutta la burocrazia è stata seguita dai dipendenti comunali.
“Questa situazione dei risarcimenti è tuttora in corso. Siamo stati uno dei primi Comuni a rendicontare i danni ai privati anticipando i soldi agli alluvionati, ovviamente con grossissime difficoltà da parte nostra. Ad oggi dobbiamo ancora ricevere il denaro dalla Regione. Abbiamo avuto ben 5 persone che sono mancate ancor prima di ricevere i contributi”.
Una carenza della quale si è subito fatto carico il Consigliere regionale del Piemonte per il Partito Democratico Domenico Ravetti, presente alla serata, che ha promesso un interessamento diretto al caso. Revetti ha auspicato un importante cambio di rotta per la messa in sicurezza del territorio piemontese, un’azione congiunta di politica e amministrazioni pubbliche per affrontare questioni sistemiche: “la prima azione da fare è sanare le zone a rischio con opere pubbliche più importanti e non consentire tendenze che rendono meno sicuro il nostro territorio: in Piemonte abbiamo il problema del consumo del suolo che partecipa a generare questi problemi e non abbiamo una legge che lo disciplini. Dobbiamo decidere quale sviluppo vogliamo dare alla nostra Regione”.
Auspicabile anche una maggiore collaborazione tra i Comuni nella stesura dei piani regolatori: “viviamo un tempo di superamento della cinta daziaria sui piani regolatori.
Come mettere insieme Comuni contigui e come immaginare aree di espansione abitativa e produttiva è una grande questione che riguarda l’oggi e nessun altro potrà compiere queste scelte se non le amministrazioni pubbliche. Infine non fa bene alla tutela della nostra comunità un certo negazionismo circa le questioni ambientali. E’ indubbio che gli eventi meteorici di oggi generano cadute d’acqua diverse rispetto al passato e aumentino sempre più il pericolo di nuove esondazioni nonostante gli interventi attuati nelle opere pubbliche. Questo è un altro grande tema sul quale per forza dobbiamo riflettere”.
Il confronto tra gli ospiti è stato intercalato da numerosi interventi del portavoce e vicepresidente del C.al.ca, il Comitato Alluvionati del Casalese, Massimo De Bernardi, tesi ad evidenziare i tanti punti ritenuti critici ancora in attesa di un chiarimento da parte degli organi competenti Aipo, Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e Regione Piemonte.
Un incontro tra l’amministrazione casalese e Aipo dovrebbe avvenire il 14 o il 15 di dicembre.
Elisa Massa