CASALE – Dalla fine degli anni Sessanta a metà degli anni Ottanta a Casale era presente una grande banda musicale “La Mounfrin’a”, orgoglio cittadino, che era a servizio della cittadinanza per feste, funerali, inaugurazioni, ricorrenze ed era sempre lei ad aprire il prestigioso Torneo Caligaris. Con la banda, nacque anche il gruppo delle majorettes, le prime in Italia, e con il sostegno di Ettore Berardi, grande sarto casalese, si diede vita ad una grande formazione, con giovani spavalde fanciulle. Gianna Sassone, la fondatrice, fu subito chiamata ad insegnare e a tener battesimo altre formazioni. Si cominciarono ad organizzare festival e campionati. Il terzo campionato fu a Casale, nel 1976 con 1500 Majorettes e 15 bande. “Cariche di pennacchi e lustrini, con mini abissali e stivaletti lucenti, in un cocktail di grazia e ginnastica, vanità e fierezza, le majorettes hanno invaso Casale” così si leggeva in un articolo del settimanale diocesano “La Vita Casalese”. “Oggi si parla di femminismo e donna oggetto, ma nel 1967 (un anno prima del famoso ‘68) , le ragazze di Casale, sfidarono le tradizioni e guardando all’America, regalarono a Casale e all’Italia le prime parate e il Twirling, sport spettacolo con il bastone” ricorda Ornella Braggion, un pezzo della storia delle majorettes casalesi, che sta cercando di ricostruire il puzzle della banda musicale e delle sue “mascotte”. “Non esistono registri o altro, la formazione bandistica e le majorettes si rinnovano ogni anno, con nuovi ingressi e abbandoni. Molte foto sono andate perse nel tempo. Vorrei ricostruire la storia del gruppo di majorettes contattando tutte le ragazze e i musicisti che han fatto parte del gruppo in tutto il periodo in cui è stato attivo dal 1968 al 1985 circa” è l’appello di Ornella Braggion (info contattare majorettes_casale_m@libero.it). E fra le prime a rispondere proprio la prima capitana delle majorettes Gianna Sassone, che ora dirige il gruppo di majorettes di Cereseto e San Mauro con cui a fine giugno prenderà parte a due competizioni prima in Romagna e poi vicino a Roma. “Mio papà Giulio suonava la tromba nella banda ed io con 12 anni ero sempre con lui, avevo visto un servizio sulle majorettes in America, chiesi al maestro Fassio di farmi sfilare, subito non fu dell’idea, ma quando un giorno mi vide in azione con la mazza del tamburo, capì che c’era un futuro. In breve eravamo in dodici, figlie e amiche delle figlie dei componenti della banda. Dopo tre anni da capitana a Casale mi spostai ad Occimiano e poi a Torino, e ancora in giro per l’Italia a fondare nuovi gruppi. Sarebbe bello poterci ritrovare e magari rifondare il gruppo” è l’augurio della capitana storica delle majorettes casalesi.
Roberto Saracco
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