Riceviamo e pubblichiamo:
Nel viaggio affascinante dei commenti della gente che si esprime, solitamente, come una persona comune, si può inserire una nota di costume locale o nazionale. Dunque, no a filosofie, psicologie e sociologie politiche, ma l’espressione di un linguaggio di tutti i giorni aperto a chiunque. Iniziamo da una critica a quella che dovrebbe essere un servizio di medicina e assistenza territoriale. A fronte di nuovi ingressi per pensionamenti vari, come avviene in qualsiasi azienda, si dovrebbe prevedere un periodo di affiancamento (tra chi va in pensione e chi lo sostituisce) per conoscere il paziente, le sue patologie e i suoi bisogni. Secondo: copertura di altro personale (che ha diritto alle ferie) per garantire il paziente che può ammalarsi anche di sabato e domenica (vale anche per gli ospedali). Terzo: porre più attenzione nell’umanizzazione del sistema e non solo a quello meramente economico. In definitiva, mezzi sempre più sofisticati richiedono personale qualificato e aggiornato, in grado di sostituirsi con pazienza, con il buon senso e la competenza di chi lo comanda. L’ambizione di raggiungere questi obiettivi non deve essere politica (di qualsiasi colore), ignorando che al centro del sistema c’è la persona e non un oggetto da mettere in vetrina.
Renato Celeste