Questo è un periodo dell’anno importante per gli aironi e per gli esperti dell’Ente-Parco, sono giorni in cui si svolge il censimento primaverile degli ardeidi che abitano nelle varie colonie, cioè nelle garzaie. Ci sono garzaie e garzaie però, alcune sono monospecifiche, solo di airone cenerino per esempio, altre invece sono condomini dove si riproducono molte specie insieme: airone cenerino, garzetta, airone guardabuoi, sgarza ciuffetto, nitticora, airone rosso, tarabuso. In queste garzaie affollate possono riprodursi anche specie rare in assoluto oppure rare in quanto nidificanti, come l’airone bianco maggiore, il mignattaio e la spatola, queste ultime due non sono ardeidi ma nidificano insieme a loro, come anche il cormorano e, negli ultimi anni, in alcune colonie, l’ibis sacro, un intruso alloctono che attraverso complesse vicende è stato importato dall’Africa. Nelle Aree protette del Po piemontese, un territorio che comprende tre Parchi naturali, cinque Riserve naturali e ventiquattro siti della Rete Natura 2000, ci sono ben dieci garzaie (qualcuna di più se si contano anche quelle delle immediate vicinanze), alcune delle quali con centinaia di nidi come quella di Trino, nel 2020 sono stati contati in tutto oltre 2000 nidi di ardeidi. Le popolazioni variano nel tempo e l’obiettivo è avere sempre il quadro aggiornato della loro presenza e della loro consistenza numerica – che poi è un dato rilevante dello stato di salute dell’ambiente in senso molto più ampio. I numeri rilevati dagli esperti non restano in uso al solo Ente-Parco ma vengono inviati al Gruppo Piemontese Studi Ornitologici (GPSO) affinché siano utilizzati a livello italiano e sovranazionale. Dove si può – gli ardeidi si insediano in bosco oppure nei canneti, nei pressi delle zone umide dove si alimentano – si contano gli alberi, poi ci si ferma e si annotano i nidi in uso e quelli caduti: un nido grande può essere di cenerino, mentre uno piccolo di garzetta; ma poi tra nidi pressoché della stessa dimensione come per garzetta, airone guardabuoi, nitticora e sgarza ciuffetto occorre identificare gli animali con più precisione. Si cerca di fare la dovuta proporzione tra le specie con sicurezza – la dicitura tecnica è proprio “fare la proporzione tra le specie in periodo riproduttivo”. Perciò in questa stagione si individuano le specie presenti e il numero di individui, in modo da ricavare percentuali da abbinare al numero di nidi – a quel punto vuoti – che saranno contati in inverno e arrivare così a una stima molto precisa della consistenza della popolazione di aironi nelle aree protette del Po.
Ma attenzione, non tutti possono avvicinarsi ai nidi. Gli stessi ricercatori, che sanno bene come muoversi, stanno molto attenti a non arrecare disturbo e fanno non più di due passaggi l’anno, il minimo indispensabile, proprio per quel motivo. Purtroppo sono importanti i danni che si possono fare: se disturbati gli adulti si allontanano dal nido, a tutto vantaggio delle cornacchie che non aspettano altro per buttarsi sulle uova. Va ancora peggio se al posto delle uova nel nido ci sono i pulli: in preda al panico questi saltano giù dal nido e i più piccoli muoiono. Occorre anche aggiungere che una passeggiata in garzaia nel periodo riproduttivo non è esattamente una bella idea: gli uccelli spaventati, come difesa vomitano e fanno cadere i loro escrementi addosso ai malcapitati visitatori.
La natura deve fare il suo corso con interferenze umane ridotte al minimo. Per questo chiediamo a tutti attenzione e delicatezza verso questi animali, a maggior ragione in un periodo così sensibile del loro ciclo vitale.
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