TORINO – Lunedì 17 aprile si è tenuta in Regione in Commissione Sanità l’audizione, sollecitata ad inizio aprile dal consigliere regionale alessandrino del Pd Domenico Ravetti, della presidente dell’Associazione Famigliari e Vittime dell’Amianto (Afeva) Giuliana Busto e dei rappresentanti Nicola Pondrano e Bruno Pesce finalizzata a fare il punto sulla ricerca sanitaria dedicata al mesotelioma e sulle bonifiche dall’amianto. “I portavoce casalesi dei familiari delle vittime da amianto hanno espresso fortissime perplessità e, su alcuni specifici casi, anche stupore per la lentezza con cui le Istituzioni affrontano questi temi così decisivi per la salute e l’ambiente. – spiega il consigliere regionale – I referenti casalesi hanno sottolineato la necessità di dare una svolta e un’accelerazione alle bonifiche sia nei siti pubblici che in quelli privati e di prevedere strumenti operativi più opportuni per spendere le tante risorse, accantonate e non utilizzate, per l’eliminazione dell’amianto. Inoltre, hanno evidenziato che il fondo milionario destinato alla ricerca contro il mesotelioma e frutto della battaglia legale sull’ex Eternit, parrebbe non essere più utilizzato. Infatti, la rendicontazione dei progetti di ricerca per individuare nuove cure contro il mesotelioma che coinvolgevano l’Università di Torino presso l’azienda ospedaliera San Luigi di Orbassano, i dipartimenti di Scienze della Salute e di Medicina Traslazionale dell’Università del Piemonte Orientale, l’Istituto Mario Negri insieme all’azienda ospedaliera di Alessandria e l’Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori, risale al 2021. Da allora Afeva chiede, inutilmente, una ripresa delle progettualità sui tavoli istituzionali”. “In questo senso – afferma Ravetti – siamo tutti d’accordo sul percorso di riconoscimento dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere scientifico (Irccs) sulle patologie ambientali per Alessandria e la sua provincia. Ne abbiamo, fin da subito, compreso il valore e siamo stati noi i primi a tracciare questa strada, attraverso delibere specifiche alle quali devono seguire i dossier ufficiali di candidatura (e non le vaghe intenzioni parlamentari espresse con mozioni inutili, se i valori scientifici dei dossier sono poco qualificanti). E, oggi, vogliamo rilanciare, con forza, in questo percorso, il ruolo di Casale Monferrato e di tutti i protagonisti sociali e sanitari di quel territorio”. “Voglio, inoltre, rimarcare il fatto che al Piemonte manca, perché scaduto nel 2020, il “Piano regionale Amianto” e il Comitato Strategico Regionale, previsto da apposita legge, a parte una convocazione del novembre scorso di scarsa rilevanza operativa, non svolge, da qualche anno, un ruolo di analisi e di coinvolgimento nelle scelte di indirizzo indispensabili. In Consiglio regionale chiederemo l’adozione di un nuovo Piano Amianto e ci impegneremo, ancora di più, per rimettere al centro del dibattito la città di Casale Monferrato con tutte le questioni legate alle bonifiche e alla ricerca” dichiara il Vicepresidente del Gruppo Pd. “Voglio infine rilevare, sul piano politico – conclude il Consigliere regionale alessandrino – che dagli interventi dei rappresentanti di Afeva è emersa la mancanza di un confronto e di un rapporto con le Istituzioni e un senso di abbandono e solitudine nella lotta all’amianto che ha lasciato dietro di sé tanto dolore. Questi appelli dimostrano chiaramente che anche le Istituzioni locali potrebbero e dovrebbero prestare maggiore attenzione a chi da anni si spende in prima linea per debellare questa piaga e incentivare e rafforzare la ricerca”.