Là in fondo, seduti, coperti dagli altri musicisti e dal loro strumento, a volte appena rialzati da una pedana, sembrano l’ultima ruota del carro, oscurati dai front-man o dai guitar hero, ma sono loro il vero motore delle band, il cuore pulsante. Insieme ai bassisti formano la ritmica senza la quale un brano, specie dal blues in poi, non avrebbe quel groove caratterisco. Ecco elencati alcuni fra i migliori batteristi di tutti i tempi. Gene Krupa, uno dei primi batteristi ad acquisire una vasta popolarità. Buddy Rich, considerato il più grande di tutti i tempi. Art Blekey, uno degli inventori della tecnica dello stile bebop. Max Roach, fra i più rappresentativi nella storia del jazz. Elvin Jones, uno dei più influenti dell’era post bop; faceva parte del leggendario quartetto di John Coltrane. John “Jabo” Starks e Clyde Stubblefield, i due leggendari batteristi di James Brown; funky allo stato puro. Ginger Baker, talento naturale di forza e aggressività. Billy Cobham, talentuoso e eclettico; pioniere della fusion. Keith Moon, non tecnicissimo, basava tutto sulla creatività; uno dei primi a usare la doppia cassa nel rock (già usata da tempo nel jazz). Mitch Mitchell, autodidatta, le sue capacità si adattavano bene alle improvvisazioni di Jimi Hendrix. John Bonham, tecnica e estro; uno dei più influenti e innovatori. Ian Paice, tra i più famosi, impressionante negli assoli; suono e stile unici. Bill Bruford, con le sue poliritmie è il batterista prog per eccellenza. Terry Bozzio, fra i pochissimi ad aver superato l’esame “Frank Zappa”. Stewart Copeland, ha introdotto nel rock accenti reggae e influenze medio-orientali. Neil Peart, batterista dalla grande varietà sonora. Vinnie Colaiuta, tecnico, versatile, potente, veloce, il più richiesto session-man al mondo. Dennis Chambers, enfant prodige, può suonare ad altissimi livelli qualsiasi genere ma soprattutto funk e fusion.
Paolo Deregibus
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