CASALE – La targa è marmo, per sfidare i tempo, “una riconciliazione” l’ha chiamata il Sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi prima di scoprirla nella centralissima via Roma, proprio a fianco della porta che dava l’accesso alla Corte d’Appello di Casale. Su quel marmo sono incisi i nomi di sette avvocati casalesi che nel giugno del 1939 vennero espulsi dall’ordine per solo fatto di essere ebrei.
La cerimonia che si è svolta oggi 30 novembre a Casale Monferrato per ricordarli era stata preannunciata già nel giugno di questo stesso anno, quando la lapide era stata presentata in Municipio contestualmente alle iniziative per ricordare gli avvocati di Vercelli, tribunale da cui oggi dipende anche la giustizia casalese. Ma nel 1939 la magistratura e l’avvocatura casalese erano quelle di una grande città, con due gradi di giudizio e il provvedimento colpì duramente tanti professionisti e le loro famiglie. Tante le autorità che hanno voluto ricordare quel momento. Lo stesso Coordinatore dell’incontro l’Assessore Giovan Battista Filiberti, anch’egli avvocato, ricorda l’emozione nel ritrovare negli archivi di palazzo di giustizia il documento con i nomi dei propri colleghi, così vigliaccamente allontanati dalla loro vita.
“Tutto è nato da una chiacchierata con il presidente della Comunità di Casale Ebraica Elio Carmi – continua il Sindaco Riboldi – in cui abbiamo ricordato i tanti professionisti casalesi allontanati dal fascismo in diversi campi. Oggi riconciliamo una ferita aperta, un dramma collettivo che attraverso questi nomi acquista un’identità propria. Ci auguriamo che il silenzio di tanti che ci fu allora non si ripeta più”.
A raccontare nel dettaglio le leggi razziste e il loro impatto sulla vita civile sono stati poi anche Enrica Bertolotto, presidente della sezione penale del tribunale di Vercelli, Danilo Cerrato, Presidente dell’Ordine degli avvocati di Vercelli e Stefania Fusano, presidente dell’avvocatura Casalese. Giulio Disegni, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, porta la propria testimonianza anche di uomo di legge: “I provvedimenti che toccarono la magistratura furono emanati nel giugno del 1939, ma la scuola fu la prima ad essere toccata e già nel novembre del 1938 le leggi razziste toccarono il loro apice per questo è un mese importante per ricordare – spiega rivolto soprattutto ai tanti studenti presenti – Gli avvocati furono quelli che si resero conto subito dello stravolgimento che le leggi razziste operavano nello statuto”.
Adriana Ottolenghi Vicepresidente della Comunità di Casale lancia un messaggio potente: “Ai ragazzi dico una cosa sola: non siate indifferenti”. Un messaggio ripreso anche da Laura Ottolenghi anch’ella parente di uno dei nomi menzionati dalla lapide che, rievoca nella sua storia famigliare, l’indifferenza, ma anche l’aiuto di tanti che hanno permesso a suo nonno e a suo padre di scampare alla strage.
Questo il testo della targa apposta a Casale: Il Regio Decreto Legge n, 1054 del 29 giugno 1939 vietò agli avvocati ebrei l’esercizio della libera professione. Gli Avvocati di Casale Monferrato e di Vercelli / rendono omaggio alla memoria dei Colleghi / Vittorio Cingoli – Franco Levi – Renato Morello – Eugenio Ortona – Silvio Ortona – Camillo Ottolenghi – Giorgio Ottolenghi / La barbarie delle leggi razziali / li escluse dall’avvocatura e li cancellò dall’Albo / solo perché ebrei.
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