CASALE – C’è fermento a Casale Monferrato, storica Capitale del Freddo, che guarda ai nuovi refrigeranti imposti dall’emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal, come una scommessa per il futuro e non come un problema. Un progetto finanziato dalla Comunità Europea è stata l’occasione per unire gli sforzi nel campo della ricerca. Tre le imprese partecipanti (Cold Car, Heegen e Sanden Vendo) sotto la supervisione del Centro Studi Galileo e con il coordinamento del Politecnico di Torino e dell’Agenzia di Sviluppo LAMORO. Il progetto “Green Gas”, nell’ambito dei bandi Por Fesr 2014/2020 della Regione Piemonte, sarà utile alle imprese per raggiungere gli obiettivi prefissati dall’emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal, ovvero l’eliminazione dei gas attualmente utilizzati nell’industria, che provocano cambiamenti climatici. La prima riunione operativa post approvazione del progetto si è tenuta a Coniolo nella sede dell’impresa capofila Sanden Vendo SPA, leader nella produzione di Vending Machine. “Green Gas è un progetto che consentirà ad alcune aziende del distretto di adeguarsi alle nuove normative sulla riduzione dell’impatto ambientale dei fluidi refrigeranti, cogliendo al tempo stesso l’opportunità di innovare la propria gamma di prodotti e aumentando contestualmente la competitività del settore” dichiara Marco Masoero, professore ordinario del Politecnico di Torino, “guru” scientifico del Progetto al quale fa eco il CEO di Sanden Vendo Alberto Spinoglio “Anche il settore delle vending machine dovrà adeguarsi in tempi brevi alle nuove normative Comunitarie, per cui considerate le condizioni climatiche e atmosferiche critiche nelle quali i distributori automatici operano, occorre un particolare sforzo nella ricerca di nuovi sistemi per mantenere le performance di prodotto rispettando al contempo l’ambiente”. Marco Buoni, direttore del Centro Studi Galileo e VicePresidente di AREA è “soddisfatto per l’occasione proveniente dall’Unione Europea che abbiamo saputo sfruttare. E’ un esempio virtuoso se consideriamo che la maggior parte dei fondi destinati all’Italia fanno rientro a Bruxelles senza essere utilizzati. Il settore del freddo si dimostra all’avanguardia anche in questo campo e le aziende del freddo ancora una volta si dimostrano capaci di unirsi per sviluppare le tecnologie necessarie per essere all’avanguardia”.
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